16/08/2010, 00.00
INDIA
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Fr. Anand, missionario della Carità: Sono felice servendo i moribondi abbandonati da tutti

di Nirmala Carvalho
Una vita dedicata ai più miseri, nell’imitazione costante e giornaliera di Madre Teresa. Fratello Anand, Missionario della Carità a Chennai, racconta ad AsiaNews la vita quotidiana al servizio dei malati e moribondi.

New Delhi (AsiaNews) – “Quando sono insieme ai moribondi abbandonati da tutti, mi occupo di loro, racconto loro l’amore che provo per loro, mi sento felice”. Fratello Anand Ekka, Missionario della Carità (Mc) dal 1996, racconta ad AsiaNews l’esperienza quotidiana di occuparsi dei miseri abbandonati da tutti. E come è nata la sua vocazione.

Fratello Anand, 34 anni nativo del Chattisgarh, da 4 anni è al Karunai Illam (Casa della Misericordia) a Chennai (Tamil Nadu). Qui sono accolti i miseri che – spiega - “sono trovati alle stazione degli autobus e ferroviari e per le strade, sdraiati in attesa della morte”.

“Sono malati terminali – continua – alcuni in condizioni di semi-incoscienza, altri per nulla consapevoli, lasciati a morire per la strada. Molti sono anziani ma ci sono alcuni giovani con infermità mentali, che quando si sono ammalati in modo grave sono stati mandati via da casa. Sono tutti accolti da noi come Gesù. Sono abbandonati, senza casa ,né famiglia, noi diamo loro una casa e una speranza”.

A Karunai Illam questi miseri ritrovano una piena dignità, al punto che i Mc sono aiutati nel loro lavoro da molti volontari. Fratello Anand dice che “molte persone, che abitano anche vicino, vengono volontieri per aiutarci, persone di ogni età, molti gruppi di giovani. Si uniscono al nostro lavoro, in modo spontaneo e con gioia, ci aiutano a lavare e tenere puliti i nostri ospiti, a dar loro da mangiare, a fare il bucato. Alcuni hanno difficoltà a fare questo lavoro, ma la gran parte lo fa con dedizione e con misericordia. Molti sono felici quando tornato a servire i malati, ogni volta che hanno tempo”.

Fratello Anand racconta anche della sua vocazione: “La sorella di mia padre, suor Ishawerlata, è Missionaria della Carità, ora è in Bangladesh, e quando la andavamo a trovare lei condivideva con noi la vita e il lavoro di Madre Teresa di Calcutta. Sin da bambino ho sentito un forte fascino per la testimonianza di Madre Teresa. Da giovane, ho sentito di voler servire [gli altri] come Madre Teresa li ha serviti, nella mia vita ho sento in modo costante l’attrazione verso la vita e le opere di Madre Teresa. Quindi sono entrato nei Mc a Ranchi”.

“Purtroppo non ho mai incontrato Madre Teresa. Quando è morta, per 2 giorni sono stato nella Chiesa di St Thomas a Kolkata, dove il suo corpo era deposto. E’ stato un momento di grande grazia. Alla sua presenza, mi sono sentito pervaso da una grande pace interiore”. “A Karuni Illam sento la presenza di Madre Teresa che è con noi, ci incoraggia, ci sorride, ci aiuta a servire gli altri con amore, il suo spirito è presente ogni attimo. La Madre ci ama e ogni giorno durante il pranzo nel refettorio sono lette le sue parole. Per me è come una madre, è la mia guida, chi mi incoraggia e motiva”.

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