13/01/2014, 00.00
CINA
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Fujian, per rubare le terre ai contadini le autorità demoliscono i loro cimiteri

Nella provincia sud-orientale il governo ha approvato un piano di sviluppo industriale che prevede la requisizione di circa 17 ettari di terreno. Per "bonificarlo" le autorità mandano i bulldozer a distruggere le tombe di un villaggio rurale. Gli abitanti sconsolati: "Ci hanno detto che possiamo fare causa, ma tanto nessun tribunale farà mai giustizia".

Pechino (AsiaNews) - La requisizione forzata delle terre in Cina non si ferma neanche davanti ai cimiteri. Gli abitanti di un villaggio rurale della provincia sud-orientale del Fujian hanno lanciato una protesta contro le autorità locali, che hanno prima rubato i loro terreni e poi distrutto le tombe degli antenati. I residenti di Houlong dicono a Radio Free Asia: "Siamo sconvolti e orripilanti da quello che è accaduto. Siamo andati a fare visita alle nostre tombe e abbiamo trovato solo buche vuote. Non hanno lasciato neanche un singolo osso".

Il furto dei terreni è una pratica diffusa nella parte rurale del Paese. Invece di trattare con le popolazioni locali, i funzionari di Stato rivendono terreni non statali a imprenditori privati e soltanto in un secondo momento avvertono i residenti: questi il più delle volte ottengono soltanto delle ricompense, molto inferiori rispetto al valore reale dei terreni requisiti. Questo modo di fare scatena ogni anno migliaia di proteste sociali.

Il governo, dice un abitante locale di nome Chen, "non ci ha detto nulla. Ha soltanto mandato i bulldozer contro le tombe delle nostre famiglie, una pratica inusuale". Un funzionario locale conferma la requisizione - che definisce "normale" - ma nega che le famiglie siano state tenute all'oscuro: "Abbiamo preso circa 16,5 acri di terreno per un progetto di sviluppo industriale e abbiamo fatto un buon lavoro ideologico sui residenti. Ma è avvenuto tutto nel rispetto della legge".

Chen spiega che ogni tentativo di protesta è caduto nel vuoto: "Hanno mandato un paio di persone a parlare con noi, ma queste hanno ripetuto solo che era tutto a posto. Hanno detto anche se se vogliamo possiamo fare causa, ma hanno aggiunto subito che a loro non importa. Non erano preoccupati, perché sanno che i tribunali non apriranno mai un'inchiesta su quanto è accaduto".

 

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