21/04/2021, 11.11
GEORGIA
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Georgia, tregua tra governo e opposizione

di Vladimir Rozanskij

Dopo mesi di stallo, tutti i partiti, filorusso e filooccidentali, si accordano su una pista di riforme. La Ue come arbitro. Prevista la liberazione del leader dell’opposizione Niki Melia; elezioni nel 2022 a certe condizioni.

Mosca (AsiaNews) - I rappresentanti del partito al potere, filorusso, e quelli dell’opposizione, filo-occidentali, hanno firmato un documento dal titolo La via al progresso della Georgia. La firma potrà sbloccare lo stallo in cui è caduto il Paese da diversi mesi. L’accordo è avvenuto nella residenza della presidente della Georgia Salome Zurabishvili, il palazzo dei principi Orbeliani a Tbilisi, alla presenza del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel.

I firmatari del documento sono lo speaker del parlamento Archil Talakvadze e il membro del partito al governo, il Sogno georgiano, Shalba Papuashvili, insieme ai leader dei partiti Lelo Mamuka Khazaradze e Badri Dzhaparidze, a quello del partito I cittadini Aleko Elisashvili, del partito Girchi Vakhtang Megrelishvili, del partito Girchi-Più Libertà Zurab Dzhaparidze, di Strategija Agmashenebeli Georgij Vashadze, del partito repubblicano Khatuna Samnidze, e ai deputati indipendenti Salome Samadashvili e David Bakradze.

Alla cerimonia della firma erano presenti anche Karl Hartzell, ambasciatore Ue in Georgia, e Kelly Degnan, ambasciatore Usa. Michel aveva presentato il giorno precedente un nuovo piano per la soluzione della crisi politica georgiana. In esso è prevista la liberazione del presidente del Movimento nazionale unitario, Niki Melia, e del co-padrone del canale televisivo Mtavari, Georgij Rurua, due oppositori incarcerati nei mesi scorsi, insieme a una riforma del sistema elettorale, della divisione dei poteri e dell’amministrazione della giustizia.

Secondo l’accordo, entro il 2022 si terranno le elezioni parlamentari anticipate, se il partito al potere Sogno georgiano non otterrà almeno il 43% dei voti alle elezioni amministrative del prossimo autunno. Gli oppositori si impegnano in cambio a interrompere il boicottaggio dei lavori del parlamento. L’ex-presidente Mikhail Saakashvili, che vive attualmente in Ucraina, ha fortemente criticato la “regola del 43%”: “perché non il 50+1%? E chi conterà i voti? Quelli anche se prendono il 3, conteranno 43… il diavolo si nasconde nei dettagli”.

Proprio l’arresto di Melia, lo scorso 23 febbraio, aveva gettato il Paese in una crisi politica molto acuta. L’arresto era stato effettuato con violenze e uso di gas lacrimogeni. Il presidente del Movimento unitario è stato accusato di aver organizzato violenze di massa, a cui egli stesso avrebbe partecipato il 20 giugno 2019, note come “la notte di Gavrilov”. Melia aveva anche rifiutato di pagare la multa comminata dal tribunale, e il parlamento aveva annullato la sua immunità di deputato.

Proprio per evitare l’arresto di Melia, il 18 febbraio il primo ministro Georgij Gakharya aveva dato le dimissioni. È stato sostituito da Iraklij Garibashvili, che ha invece deciso l’irruzione nella sede del movimento, chiamando Melia “criminale”. Il 26 febbraio, le opposizioni avevano organizzato una manifestazione di protesta nel centro di Tbilisi, al grido “Libertà per Niki Melia!”, sventolando le bandiere nazionali insieme agli stendardi della Nato. Da allora è iniziato il picchettaggio degli ingressi del parlamento, impedendone le funzioni, e di altri edifici governativi, costringendo i politici a passare attraverso i “corridoi della vergogna”.

La proposta di conciliazione di Michel (a nome della Ue) aveva provocato reazioni di sgomento tra gli uomini di governo. La presidente Zurabishvili ha infine accettato ponendo una serie di condizioni, dirette a controllare i progetti di riforma costituzionale ed elettorale. Nessuna delle parti sembra soddisfatta del compromesso raggiunto. Per i membri di Sogno georgiano sarà difficile digerire le liberazioni degli oppositori e dei partecipanti alla “notte di Gavrilov”, ma come ha affermato Michel con soddisfazione, “finalmente il treno si è mosso”.

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