29/10/2018, 11.16
CINA-ISRAELE
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Gerusalemme: Wang Qishan, alleato di Xi Jinping, ‘prega’ al Muro del Pianto

di Wang Zhicheng

Il vice-presidente cinese avrebbe visitato anche la chiesa della Natività a Betlemme. Sui social si ricorda che ai membri del Partito è vietato professare alcuna religione e il divieto a partecipare a funzioni religiose. Le contraddizioni con le persecuzioni in Cina (chiese e croci distrutte). Crescono i turisti cinesi in Israele, anche pellegrini cristiani. Nella Repubblica popolare, l’85% crede in qualche religione o elemento spirituale.

Pechino (AsiaNews) – Una foto che sta facendo il giro del mondo: il vicepresidente Wang Qishan, stretto alleato di Xi Jinping, con gli occhi chiusi e il capo coperto poggia le mani sulle pietre del Muro occidentale (il “Muro del Pianto”), nella zona ebraica di Gerusalemme, nel modo in cui ogni pio israelita prega per la venuta del Messia. Accanto a lui, un funzionario cinese con kippa, guida l’augusto membro del Partito comunista al semplice rito.

Diversi cinesi su blog e social fanno notare però la contraddizione: “Wang Qishan non ha sottoscritto l’impegno che un membro del Partito non deve essere religioso? Da un lato si ordina il divieto per funzionari civili cristiani, agli insegnanti o ai medici di entrare in chiesa, dall’altra egli è corso al Muro per pregare!”.

Da anni il Partito comunista cinese impone ai suoi quadri di non partecipare a cerimonie pubbliche religiose, di professare l’ateismo sia quando si hanno cariche pubbliche, che quando si va in pensione.

L’imperioso divieto è tanto forte quanto inutile: sempre più membri del Partito si avvicinano alla fede cristiana, si fanno battezzare in segreto e percorrono centinaia di chilometri alla domenica per partecipare a una messa lontano dagli sguardi di chi li conosce.  Secondo il sociologo Richard Madsen, almeno l’85% dei cinesi crede in qualche elemento spirituale o religioso.

I commenti sul web non sono clementi con Wang Qishan: “Per anni – dice uno – avete demolito chiese e croci e frenato gli evangelizzatori, chiudendo innumerevoli luoghi di culto”. E un altro, con ironia: “Davvero! Non è falso nemmeno un pochino!”.

Un altro ancora si esprime così: “Non è proprio un comportamento di fede! Per i cinesi, tutto è usato per i propri interessi, non proprio per timor di Dio!”.

In effetti non si comprende se questo gesto di Wang Qishan è solo per rabbonire lo Stato israeliano, o se è espressione di un rispetto per la religione [che però non avviene in casa]. Alcune agenzie dicono che Wang Qishan abbia anche visitato, oltre che l’Autorità palestinese, anche la chiesa della natività a Betlemme.

Wang è stato in Israele e Palestina per tre giorni la scorsa settimana, dal 24 al 27 ottobre. Egli ha partecipato a un Israeli Innovation Summit, insieme col premier Benjamin Netanyahu, per potenziare la collaborazione fra Cina e Israele soprattutto nel campo della tecnologia informatica. Al raduno erano presenti anche Jack Ma di Alibaba, Eric Schmidt di Google, David Marcus di Facebook.

Dal 2014, quando è stato varato un comitato Israele-Cina per la cooperazione, i rapporti economici fra i due Paesi si sono accresciuti. Anche i turisti cinesi in Israele sono aumentati: nel 2017 vi sono stati 114mila turisti dalla Cina, con un incremento del 41% rispetto al 2016. E molti di loro sono pellegrini cristiani.

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