12/09/2005, 00.00
INDIA
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Giovane indù convertito predica la parola di Dio

Banglalore (AsiaNews/Ucan) - Jac Climacus è cristiano solo da 5 anni, ma secondo alcuni sacerdoti si è già distinto per la sua attività di evangelizzazione. Ha 34 anni, si muove nella parte sud dell'India e racconta la sua esperienza di fede. L'ex indù ha la barba folta, un saio per vestito, delle pesanti cavigliere e porta al collo una vistosa catena di 5 chili.

La sua missione, spiega padre M. Thomas (che gestisce un centro per vagabondi nello Stato nativo di Climacus) è "soffrire per sacerdoti e missionari". Racconta che spesso i bambini lo prendono in giro per il suo strano aspetto, ed alcune persone gli hanno tirato addosso pietre; in molte occasioni conducenti di autobus e treni non gli hanno permesso di salire a bordo, ma Climacus porta sempre avanti la sua missione con la bibbia in una mano e la croce nell'altra.

Un altro sacerdote, padre G. Paul, afferma che Climacus dopo la conversione ha annunciato "Cristo a molte più persone di quanto abbiamo fatto noi, che siamo ordinati per annunciarlo". Climacus si considera "un normale cristiano, che ha incontrato Cristo recentemente", e che non predica il vangelo, piuttosto tenta di viverlo "in ogni momento" della sua vita. Secondo padre Paul questo normale cristiano "è in grado di testimoniare Cristo nella maniera più potente, di seguirlo più da vicino, di presentarlo nel modo più convincente a migliaia di persone di chiunque altro". 

Figlio di un facoltoso brahim (la più alta carica indù) spiega così la sua conversione: tutto è cominciato quando al ritorno dal lavoro in banca un camion lo ha investito provocandogli traumi alla spina dorsale e alle gambe. "Ero ricoverato in un reparto di cure intensive da 15 giorni, e lì mi sono ricordato una preghiera che recitavamo all'inizio della giornata a scuola e che recitava 'Padre nostro che sei nei cieli. La parte del perdono di Dio e del perdono agli altri mi toccò profondamente". La preghiera lo aiutò a perdonare l'autista del camion, e decise di non denunciarlo per l'incidente. "Da li in poi, Gesù iniziò a compere miracoli nella mia vita".

Improvvisamente il dolore sparì, poi corse a casa contro il parere dei medici. Sotto lo sguardo dei genitori, prese la motocicletta ed andò nella chiesa più vicina, a 45 chilometri di distanza, si inginocchiò davanti al crocifisso e, racconta, "lodai il Signore per avermi guarito". Dopo aver parlato con il parroco, continua, "saltai di gioia e narrai il miracolo ad almeno 15 mila persone in tre mesi".

Si fece battezzare nel luglio del 2000, con il nome di Jac Climacus, rifacendosi a Giacobbe ed al monaco asceta John Climacus vissuto nel 6° secolo.

"Non voglio essere semplicemente un servitore di Cristo, ma un servitore ardente ed ascetico". Poi cominciò a condividere la sua esperienza con Cristo: percorse circa mille chilometri vivendo di carità e trascinando una croce di 25 chilogrammi.

La famiglia e gli amici non accettarono la scelta di Climacus: "sono stato cacciato da casa mia. La mia famiglia e i miei amici mi hanno voltato le spalle. Ho perso il lavoro e mi sono trovato senza un tetto". Trovò rifugio da padre Paul, e li cominciò "da vicino l'esperienza di Cristo". Dopo 18 mesi di preghiera iniziò la sua attività missionaria. Ora gestisce un ashram (santuario) nel Guntur, dove ospita circa 30 persone. Continua inoltre la sua attività missionaria: "ogni giorno copro 15-20 chilometri a piedi predicando il messaggio di Dio".

Nel frattempo i rapporti con la sua famiglia sono migliorati, e padre Paul ha dichiarato che il 31 agosto hanno pregato insieme. Climacus spera che la sua famiglia si converta presto al cristianesimo. I suoi genitori, racconta, sono sopravvissuti a un grave incidente d'auto, e sua madre pensa di essere stata salvata da Gesù. "Un incidente ha cambiato radicalmente la mia vita. Un altro incidente sta avvicinando i miei genitori a Gesù".

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