30/12/2005, 00.00
LIBANO
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Gli sciiti sono la chiave per risolvere la crisi politica libanese

di Youssef Hourany

Un deputato sciita accusa Sinora di cercare una Camp David libanese con Israele, ma per Joumblatt è la Siria ad essere responsabile del peggioramento della situazione. Geagea giudica indispensabile la presenza sciita nel governo. Mehlis ammonisce la Siria a collaborare con l'Onu.

Beirut (AsiaNews) – Non si sblocca la crisi politica che il Libano sta vivendo dopo il congelamento della partecipazione sciita alle riunioni del governo presieduto dal primo ministro Fouad Senioura, considerato il portavoce del deputato Saad Hariri, che vive lontano dal Libano da più di tre mesi, dopo le minacce che ha ricevuto. La questione sciita ed il rapporto con la Siria si confermano al centro delle difficoltà. Il presidente del gruppo parlamentare del partito di Dio (Hezbollah), il deputato sciita Mouhammad Raad, in una dichiarazione alla stampa ha accusato il primo ministro Siniora di essere artefice del progetto di una "Camp-David" libanese con Israele e contro la resistenza sciita nel Sud-Libano.

Raad ha annunciato una probabile riunione con il presidente della Camera dei deputati, Nabih Berri, leader dell'altro movimento sciita Amal, fondato dall'imam scomparso in Libia, Moussa Sadr. Dal canto suo,  il capo-carismatico dei musulmani sciiti in Libano, Mouhammad Houssein Fadlallah, in una intervista ha espresso la sua fiducia nel futuro del Libano, ma ha definito "il sistema confessionale libanese come un sistema da rivedere". Egli ha affermato la necessita e l'esigenza di "rendere il dialogo inter-libanese un dialogo più umano, lontano dall'estremismo e dal fondamentalismo" ed ha insistito sul ruolo del Paese nella regione. Mouhammad Houssein Fadlallah ha ribadito la volontà di tutti di vedere un Libano libero e sovrano ed ha indicato in Israele il "nemico del Libano" e dell'intero Medio-Oriente, portando ad esempio il ruolo negativo che sta svolgendo nei riguardi dei palestinesi e della chiesa Greco-ortodossa in Gerusalemme, con il rifiuto di riconoscere l'elezione di un nuovo patriarca, dopo la destituzione del patriarca precedente.

Il leader druso Walid Joumblatt, che pure sta vivendo momenti difficili dopo le minacce che gli sono state rivolte, in una dichiarazione ad Asianews ha accusato il regime siriano di essere l'unico responsabile del peggioramento della situazione nel Sud-Libano ed ha criticato la mancata collaborazione del governo di Damasco con la Commissiuone d'inchiesta internazionale dell'ONU, presieduta dal giudice tedesco Detlev Mehlis. Joumblatt ha anche criticato le pressioni esercitate da Damasco contro Mehlis, ammonendo di non esercitare le stesse pressioni contro il nuovo presidente della Commissione, il giudice belga Serge Bramerts.

Joumblatt ha poi evidenziato negativamente le ultime dichiarazioni del ministro degli Esteri siriano, Farouk Chareh, contro il primo ministro libanese Fouad Sinora e contro l'ex-presidente assassinato il 14 febbraio scorso,Rafic Hariri: "il ministro Chareh – ha detto - è colpevole  nel crimine del secolo, ha assassinato Rafic Hariri".

Il leader delle Forze libanesi, Samir Geagea, parlando con la nostra agenzia, ha sostenuto "la necessita del pieno rispetto degli Accordi di Taeff, firmati in Arabia Saudita nel 1989, che hanno posto fine alla guerra del Libano", ed ha chiesto di distinguere tra la presenza armata palestinese e quella del partito di Hezbollah, perché i palestinesi sono stranieri, gli aderenti a Hezbollah sono libanesi".

Geagea ha poi espresso "stima nei riguardi dell'ex-presidente della Commissione d'inchiesta dell'ONU, Detlev Mehlis, che è riuscito a giungere alla verità sull'assassinio dell'ex-premier Rafic Hariri, indicando la Siria come responsabile del crimine e degli altri assassini politici seguiti, da Samir Kassir fino a Gebran Tueini". Geagea ha infine indicato ribadito alcuni principi che ritiene essenziali per garantire la stabilita del Libano:

- necessita della presenza dei ministri sciiti, del movimento Amal e di Hezbollah nel governo del primo ministro Seniora e quindi la fine del congelamento della loro partecipazione;

- rifiuto categorico ed assoluto di un nuovo "Accordo del Cairo";

- pieno rispetto degli Accordi di Taeff.

Nel frattempo il giudice tedesco Detleev Mehlis, arrivato in Libano per concludere la sua missione prima dell'arrivo del suo successore, il giudice belga Serge Bramerts, ha insistito sull'importanza della collaborazione del governo di Damasco con la Commissione dell'ONU ed ha auspicato la fine degli atti terroristici in Libano.

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