23/11/2007, 00.00
BANGLADESH
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Grande risposta alla campagna PIME per il Bangladesh

Ad una settimana dal lancio del fondo per aiutare le zone colpite dal ciclone Sidr il bilancio è positivo: da tutto il mondo richieste per contribuire. Al momento continua ad essere urgente il ripristino delle vie di comunicazione. Efficaci gli aiuti governativi: i militari non passano per le autorità locali e questo abbrevia i tempi e contiene la corruzione. I dati ufficiali sui danni materiali.
Dhaka (AsiaNews) – Grande partecipazione da tutto il mondo alla campagna di aiuti lanciata dal Pontificio Istituto Missioni Estere (PIME) per l’emergenza del Bangladesh meridionale, dopo il passaggio del devastante ciclone Sidr lo scoro 15 novembre. “In molti chiamano o scrivono e-mail per chiedere informazioni – raccontano dal PIME di Milano e Roma – al momento ancora è presto per quantificare l’entità delle prime donazioni, ma l’iniziativa ha riscosso grande interesse”.
 
Per ora i missionari e le suore nella zona di Borishal, in coordinamento con la Caritas, sono impegnati nella distribuzione di cibo, acqua e medicinali mentre si cerca di definire i progetti per i soccorsi a lungo termine. Sono già in costruzione alcuni moduli di prefabbricati che verranno distribuiti alle famiglie superstiti.
I soccorsi procedono senza sosta, ma risulta di vitale importanza ripristinare le vie di comunicazione, interrotte dalla caduta di alberi e detriti. Dalle zone del ciclone fonti di AsiaNews riferiscono che gli aiuti governativi, questa volta, sembrano procedere in modo efficace: “I soldati dispiegati da Dhaka lavorano senza passare per le autorità locali e in questo modo si abbreviano i tempi di consegna degli aiuti e si riducono i casi di corruzione”.
 
Ieri il governo ad interim ha reso noti ai Paesi donatori i suoi programmi per l’emergenza e la ricostruzione. Questi comprendono la riparazione di strade, case e interventi per salvare la più grande foresta di mangrovie del mondo, la Sundarbans. I nuovi dati ufficiali individuano ed elencano per la prima volta le zone interessate agli aiuti. I distretti più colpiti sono stati: Barguna, Patuakhali, Bagerhat e Pirojpur; mentre hanno riportato seri danni: Barisal, Jhalakathi, Bhola, Madaripur, Gopalganj, Shariatpur, Khulna e Satkhira.
 
Aumenta, intanto, la somma delle donazioni promesse da agenzie umanitarie e dai governi. A quanto riferito dal Segretariato per la gestione dei disastri, si parla di oltre 500 milioni di dollari, di cui 100 milioni solo dall’Arabia Saudita. India, Danimarca, Unione europea, Pakistan, Usa, Giappone, Gran Bretagna, Turchia, FAO, Croce Rossa internazionale e Mezzaluna Rossa sono tra i contribuenti.
 
E con il passare dei giorni si fa più chiaro il bilancio dei danni economici subiti dal Paese. Il ciclone ha colpito oltre 6,7 milioni di persone in 30 distretti meridionali e, secondo le ultime stime ufficiali del governo, il bilancio delle vittime supera le 3mila persone. Stando a dati dell’Ufficio gestione disastri del Ministero dell’alimentazione, sono oltre 92mila gli ettari di coltivazioni andati completamente distrutti e più di 551mila quelli che hanno subito danni parziali. Risultano consistenti anche i danni al settore zootecnico, con perdite stimate di oltre 350mila unità di ruminanti (bovini, bufali, pecore e capre) e pollame. Ha registrato gravi danni anche il settore ittico e l’allevamento di gamberetti. Nei distretti di Morelganj e di Sharankhola - importanti zone di produzione dei gamberetti - sono andate distrutte circa 5mila vasche per gli allevamenti.
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