12/08/2015, 00.00
INDIA
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Gujarat, ritirato un libro sul padre della Costituzione perché “anti-indù”

La decisione del governo dopo aver ordinato di inserire il volume nel piano di studi delle scuole elementari dello Stato. B.R. Ambedkar, dalit (“fuoricasta”) indù, si convertì al buddismo per opporsi al sistema delle caste. Gesuita ad AsiaNews: “Il governo voleva cooptare quanti più dalit e buddisti possibile. Ma si è scontrato con la verità di Ambedkar”.

Ahmedabad (AsiaNews) – Il governo del Gujarat ha ritirato da tutte le scuole elementari dello Stato un libro su B.R. Ambedkar, padre della Costituzione indiana, perché “anti-indù”. Una mossa “molto infelice”, commenta ad AsiaNews p. Cedric Prakash sj – direttore del centro per i diritti umani, la giustizia e la pace Prashant –, dato che era stata la stessa amministrazione a decidere di inserire il volume nei piani di studi, come parte delle celebrazioni del 125mo anniversario della nascita dell’uomo. In totale, le autorità avevano fatto stampare oltre 400mila copie, la maggior parte delle quali è già stata distribuita.

Il governo ha ordinato il ritiro del libro dopo aver scoperto che l’editore ha inserito i “22 voti” che Ambedkar fece durante la conversione di massa del 1956, nella quale migliaia di suoi sostenitori abbandonarono l’induismo per abbracciare il buddismo. Secondo il Dipartimento per la giustizia sociale e l’emancipazione (lo stesso che aveva deciso per la pubblicazione, ndr), la versione originale dell’autore non conteneva quei passaggi.

Nato da una famiglia dalit (i “fuoricasta”) indù, per tutta la vita Ambedkar si è battuto per affermare i diritti politici e la libertà sociale degli “intoccabili” come lui. Nella sua lotta contro il sistema delle caste previsto dall’induismo, iniziò a interessarsi al buddismo, fino a decidere di convertirsi.

Per farlo, organizzò una cerimonia pubblica a Nagpur il 15 ottobre 1956, alla quale parteciparono anche 500mila suoi sostenitori. Per rendere effettiva la conversione, Ambedkar e i suoi seguaci pronunciarono i “22 voti”: con questi, oltre a rinunciare al culto delle divinità indù, si stabiliva l’uguaglianza tra gli uomini e l’impegno a creare una società di eguali.

“È evidente – sottolinea ad AsiaNews p. Prakash – che, con questo libro, il governo voleva cooptare quanti più dalit e buddisti possibile. Tuttavia non si è reso conto che, se si vuole discutere della verità di Ambedkar, si deve anche affrontare l’onesta ma dolorosa realtà di quello che lui pensava dell’induismo”.

Il Bharatiya Janata Party (Bjp, nazionalista indù, al governo), aggiunge  il gesuita, “troverà difficile digerire tutto quello che Ambedkar aveva da dire. Ma i cittadini dell’India non possono essere presi in giro così facilmente. È stato il dott. Ambedkar ad aver avuto un ruolo cruciale nella stesura della Costituzione dell’india e per questo è giustamente considerato come il padre della nostra Assemblea costituente”.

“Lo slogan di Ambedkar – ricorda – era ‘educare, agitare, organizzare’. Molti in Gujarat e in India penseranno a queste parole oggi”.

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