28/06/2013, 00.00
VIETNAM
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Hanoi: avvocato cattolico, in cella con false accuse, prega e digiuna in vista del processo

Lo sciopero della fame diventa sempre più usato come mezzo di protesta civile, contro le condizioni carcerarie e gli arresti illegali. Lê Quôc Quân il 9 luglio in tribunale per rispondere di “evasione fiscale”. Attivisti spiegano: trucco delle autorità per imprigionarlo. Egli da tempo non può svolgere la professione; dal suo blog ha continuato la battaglia per i diritti.

Hanoi (AsiaNews/EdA) - Lo sciopero della fame è diventato il mezzo più potente di lotta per i prigionieri politici o di coscienza vietnamiti, nella loro lotta contro le condanne ingiuste inflitte dalle autorità comuniste o gli abusi subiti in carcere. Dopo l'attivista Cu Huy Ha Vu, che non ha toccato cibo per 27giorni, e il cattolico Paul Trân Minh Nhât - che ha lanciato l'astinenza integrale dal cibo per le condizioni del regime detentivo - un altro cattolico, di professione avvocato, ha deciso di non alimentarsi per tutta la prossima settimana. Tuttavia, sono diversi i motivi alla base della protesta estrema: Lê Quôc Quân intende infatti digiunare, pregare e meditare, per prepararsi al meglio in vista del processo che avrà luogo il 9 luglio prossimo.

L'avvocato cattolico Lê Quôc Quân, 42enne prigioniero politico, ha deciso di non nutrirsi per i prossimi giorni preferendo raccogliersi nel digiuno e nella preghiera. Egli intende prepararsi al meglio, sotto il profilo fisico e spirituale, al dibattimento in aula, dove dovrà comparire per rispondere di "evasione fiscale" in base all'articolo 161 del Codice penale vietnamita.

Arrestato ad Hanoi mentre portava i figli a scuola, l'uomo si trova nella Hoa Lo Prison No.1 e per molto tempo né il suo legale, né i familiari hanno potuto hanno potuto incontrarlo. Nelle scorse settimane alcuni attivisti hanno spiegato che il capo di imputazione è solo "un trucco", utilizzato "di frequente" dal Partito comunista "per imprigionare o mettere a tacere i suoi detrattori". Egli "rischia fino a tre anni di galera e una pesante multa".

Le Quoc Quan da tempo non può più esercitare la professione di avvocato perché espulso dall'ordine, e dedica ogni suo sforzo per difendere i diritti umani attraverso le sue azioni e un suo blog. Cattolico in Paese a maggioranza buddista, egli è stato più volte arrestato e malmenato da polizia e autorità per le sue campagne a difesa dei diritti umani e della libertà religiosa. Nel 2007 era stato incarcerato per aver partecipato ad "attività che mirano a sovvertire il governo del popolo" ("sovversione", art. 79 del Codice penale). In seguito alle proteste degli Stati Uniti, egli era stato liberato.

L'arresto di Quan rientra in una campagna lanciata nel settembre scorso dal premier Nguyen Tan Dung per fermare blogger e individui che diffondono notizie e critiche sulla corruzione dei membri del partito e del governo, e sul loro arricchirsi durante la crisi finanziaria. Secondo Hrw, nel 2012 in Vietnam sono stati condannati almeno 40 blogger, dissidenti e attivisti. Fra di loro, almeno 18 sono stati accusati di "condurre propaganda contro lo Stato", contravvenendo al famigerato art.88 del codice, un cavillo legale sfruttato dalle autorità per reprimere l'attivismo e il dissenso.

 

 

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