03/06/2019, 13.15
VIETNAM
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Hanoi, l’impatto ambientale delle aziende cinesi preoccupa i vietnamiti

di Ngoc Linh

Le sette province del Vietnam che confinano con lo Yunnan cinese sono considerate “il polmone del Paese”. Il sempre più grave inquinamento sta danneggiando sia le acque superficiali che quelle sotterranee. I danni all’economia sono stimati tra i 400 milioni ed i 7 miliardi di dollari Usa. Solleva timori anche la gestione cinese dei flussi delle acque, attraverso le numerose dighe costruite a monte.

Hanoi (AsiaNews) – Sempre più cittadini ed esperti vietnamiti sono preoccupati dall’impatto ambientale delle attività condotte lungo il confine settentrionale da compagnie ed industrie cinesi. Negli ultimi anni, Pechino ha costruito infrastrutture, impianti industriale e piantagioni agricole. In Vietnam è opinione diffusa che questo sia solo il preludio di un’invasione, giustificata dall’aggressivo espansionismo cinese in altre regioni del Paese, come il Mar Orientale [il Mar Cinese meridionale].

Sono sette le province del Vietnam che confinano con lo Yunnan ed il Guangxi cinesi: Điện Biên, Lai Châu, Lào Cai, Hà Giang, Cao Bằng, Lạng Sơn e Quảng Ninh. Questi territori montuosi sono considerati “il polmone del Paese”. I fiumi ed i torrenti che vi scorrono rappresentano importanti risorse idriche. Un rapporto della Banca mondiale (Wb) pubblicato lo scorso 30 maggio, avverte che il sempre più grave inquinamento sta danneggiando sia le acque superficiali che quelle sotterranee. Secondo l'organizzazione, la contaminazione ambientale può avere gravi ripercussioni anche sull'economia del Vietnam: i danni sono stimati tra i 400 milioni ed i 7 miliardi di dollari Usa.

Nello stesso giorno della pubblicazione del documento, i membri dell’Assemblea nazionale si sono incontrati per discutere lo stato di attuazione del piano per lo sviluppo socio-economico ed il bilancio nazionale. Durante il dibattimento è intervenuto il vicecomandante della Seconda regione militare dell’esercito vietnamita, deputata alla difesa del Vietnam nord-occidentale. Il 20 febbraio del 1979, l'esercito cinese ha invaso questa zona militare ed occupato vasti territori. Ai suoi colleghi parlamentari, il magg. gen. Sùng Thìn Cò ha dichiarato: “È giunto il momento che prestiamo attenzione al problema dell'inquinamento ambientale nelle terre al confine con la Cina”. L’alto ufficiale ha anche chiesto al governo e agli amministratori delle province sulla frontiera di inviare note diplomatiche e chiedere alle autorità cinesi di risarcire il popolo vietnamita per danni ambientali, come l'inquinamento di fiumi, torrenti e terre.

In Vietnam solleva timori anche il modo in cui Pechino gestisce i flussi delle acque, attraverso le numerose dighe che ha costruito a monte per i suoi impianti idroelettrici. Le autorità cinesi non rispettano le convenzioni delle Nazioni Unite (Onu) sull'utilizzo dei corsi d'acqua transfrontalieri, che tutelano i Paesi a valle. Negli ultimi anni, in più occasioni il governo cinese ha lasciato defluire ingenti quantità d’acqua durante le stagioni della pioggia. Questo ha causato ingenti nelle sette province vietnamite di confine. Il 25 ed il 26 maggio scorsi, forti piogge si sono abbattute sulla città di Móng Cái, nella provincia di Quảng Ninh. Il livello del fiume Ka Long River è aumentato in modo notevole. Alle 16:30 del 26 maggio 2019, il 21enne Tran Viet, è stato spazzato via dal corso d’acqua in piena. Decine di imbarcazioni sono affondate e molte strade inondate. Secondo quanto riferiscono i cittadini di Móng Cái, le autorità cinesi avevano aperto gli sbarramenti a monte, aumentando i disagi dovuti alle precipitazioni.

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