16/01/2016, 09.55
VIETNAM
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Hanoi, nuovi attacchi alla libertà religiosa. Nel mirino cattolici e buddisti

A denunciarlo è l’associazione Liên Tôn, che comprende cattolici, protestanti, caodaisti e buddisti. Nei primi giorni dell’anno sono avvenuti tre diversi episodi. Le autorità hanno impedito ai buddisti Hoa Hao di celebrare la nascita del fondatore. A Hue colpiti i benedettini del monastero di Thiên An. E ancora, violenze contro un sacerdote della diocesi di Vinh. 

Hanoi (AsiaNews/EdA) - Le autorità vietnamite hanno sferrato di recente nuovi e violenti attacchi contro la libertà religiosa e la pratica del culto di fedeli e gruppi. A denunciare gli abusi è l’associazione Liên Tôn (la “Federazione delle religioni”, in lingua locale), formata da personalità di primo piano - cattoliche, protestanti, caodaiste, buddisti Hoa Hao e della Chiesa unificata - attive da anni nella difesa della libertà di culto. Già in passato i suoi membri avevano diffuso in rete documenti in cui si denunciava l’atteggiamento repressivo di Hanoi nei confronti delle religioni. 

Il testo diffuso da Liên Tôn e rilanciato da Eglises d’Asie (Eda) porta la data del 9 gennaio ed è sottoscritto da 23 leader religiosi, fra cui pastori protestanti, sacerdoti cattolici e dignitari delle altre fedi. Il documento denuncia casi di attacchi avvenuti nei primi giorni di questo 2016 e si conclude con una nuova richiesta ad Hanoi perché rispetti la libertà religiosa. 

Il primo caso di abusi ha riguardato i fedeli della comunità buddista Hoa Hao, cui le autorità hanno impedito di festeggiare il 96° anniversario della nascita del fondatore, il venerabile Huynh Phu So. La cerimonia principale era prevista per il primo gennaio a Long Giang, nella provincia di An Giang. Tuttavia, la polizia ha bloccato tutte le strade dirette al luogo di culto e bandito ogni altra celebrazione nel Paese. Nel contesto delle operazioni di polizia, gli agenti hanno anche ferito e malmenato fedeli e persone anziane. La vicenda si ripete ormai da anni pressoché analoga. 

Il giorno successivo, 2 gennaio, a finire nel mirino delle autorità sono i benedettini del monastero di  Thiên An, nei pressi di Hue, vittime di un attacco mirato. Secondo la ricostruzione, almeno 200 agenti della sicurezza e miliziani di una sezione comunista femminile hanno fatto irruzione all’interno dell’edificio. Da anni la struttura e i terreni sono oggetto di minacce di confisca da parte dell’autorità pubblica, che si è già impossessata di una parte trasformandola in un centro ricreativo. 

I monaci che hanno provato a opporsi all’irruzione sono stati oggetto di violenze; gli assalitori hanno anche confiscato una macchina fotografica con la quale i monaci avevano documentato l’assalto. 

Infine, il terzo attacco è avvenuto ancora contro i cattolici e, nello specifico, contro la comunità di Vinh già al centro in passato di violenze e abusi da parte delle autorità. Una ventina di teppisti hanno attacco un sacerdote, mentre rientrava in parrocchia dopo una visita medica. L’aggressione, nella quale il prete ha riportato serie ferite, è avvenuta davanti agli occhi della polizia locale che si è ben guardata dall’intervenire. 

Dietro l’attacco mirato a p. Dang Huu Nam vi sono le cause per i diritti e le libertà, anche di culto, che ha sostenuto in passato il sacerdote, in prima fila nel denunciare gli episodi di esproprio forzato ai danni della Chiesa. E ancora, la lotta per la liberazione di 14 cattolici arrestati ingiustamente nel 2011. Una causa per la quale aveva ricevuto anche minacce di morte. 

Oggi in Vietnam, a fronte di una popolazione di circa 87 milioni di persone, i buddisti sono il 48%; i cattolici poco più del 7%, seguiti dai sincretisti al 5,6%; infine, vi è un 20% circa che si dichiara ateo. Pur essendo una minoranza (sebbene significativa), la comunità cristiana è attiva nei settori dell'educazione, sanità e sociale. Di recente i vescovi vietnamiti hanno criticato una proposta di legge su “Fede e religione”  di Hanoi, che viola la libertà di culto e ne limita la pratica. Una norma, aggiungono i prelati, che contrasta con la Dichiarazione universale dei diritti umani e la Costituzione della Repubblica socialista del Vietnam che dovrebbe tutelare la pratica del culto.

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