20/09/2016, 11.46
CINA
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Henan, prestiti per oltre 60 miliardi di euro mentre crescono i debiti cattivi

di Wang Zhicheng

Il governo provinciale vuole garantirsi aiuti per nuove vie di crescita. Lo squilibrio fra credito e Prodotto interno lordo in Cina è il triplo rispetto alla soglia di pericolo, che è 10. Il dato è anche più alto del livello raggiunto nel 1997 in Asia dell’est con la crisi finanziaria asiatica o nel 2008 con la crisi finanziaria negli Stati Uniti. Per il Fondo monetario internazionale almeno 1,3 miliardi di dollari di prestiti sono a rischio di default. Alla fine del 2015, il debito totale cinese è pari al 249% del Pil nazionale.

Pechino (AsiaNews) – Il regolatore bancario dell’Henan ha chiesto alle banche di garantire almeno 450 miliardi di yuan (circa 60,8 miliardi di euro) in nuovi prestiti quest’anno per aiutare l’economia della provincia. L’Henan, con 95 milioni di abitanti, basa la sua economia soprattutto sulle miniere di carbone. Ma a causa dell’inquinamento e della vecchiaia degli impianti, ha bisogno di trovare nuove vie per la crescita. Già lo scorso anno all’Henan era stato garantito un prestito minore del 7% rispetto a quello del 2016.

Analisti cinesi fanno notare che l’indicazione sul prestito è preoccupante per il forte intervento delle autorità provinciali sugli istituti bancari, ma anche perché le banche cinesi mostrano una situazione sempre più difficile dal punto di vista dei debiti cattivi.

Proprio due giorni fa la Banca dei regolamenti internazionali, con sede in Svizzera ha pubblicato un rapporto trimestrale in cui si afferma che nel primo trimestre del 2016 lo squilibrio fra credito e Prodotto interno lordo in Cina era il triplo rispetto alla soglia di pericolo. Lo squilibrio fra credito e Pil è una misura della vulnerabilità del credito. Da gennaio a marzo 2016 per la Cina, tale misura era di 30,1. L’agenzia considera la cifra 10 come un segno di potenziale pericolo. Il dato è anche più alto del livello raggiunto nel 1997 in Asia dell’est con la crisi finanziaria asiatica o nel 2008 con la crisi finanziaria negli Stati Uniti.

Con la crisi finanziaria del 2007-2008, la Cina ha cercato di tenere in piedi la sua economia con una valanga di crediti. Molti di questi sono finiti nel sovvenzionare progetti, infrastrutture ed edilizia dimostratisi improduttivi. Tali crediti servono anche a coprire i debiti delle industrie statali, dalle produzioni obsolete e non attente al mercato. Il Fondo monetario internazionale calcola che almeno 1,3 miliardi di dollari di prestiti sono a rischio di default.

Secondo l’Accademia delle scienze sociali, alla fine del 2015, il debito totale cinese ha raggiunto la cifra di 168.480 miliardi di yuan (circa 23 miliardi di euro), pari al 249% del Pil nazionale.

In ogni caso, la vasta riserva di valuta estera posseduta dalla Cina e il controllo che lo Stato ha sulle banche, potrebbe aiutare a salvare il Paese dalle crisi finanziarie.

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