26/09/2011, 00.00
VIETNAM
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Ho Chi Minh: migliaia di cattolici pregano per la libertà religiosa e i diritti civili

di Nguyen Hung
I Redentoristi di Hanoi e di Ho Chi Minh City vicini a quanti sono stati arrestati per la fede o l’attività politica. Anche ex leader di partito e dirigenti comunisti si rivolgono ai gruppi cristiani, chiedendo aiuto e preghiera. Ieri le autorità hanno arrestato un altro giovane cattolico, membro del coro dei Redentoristi.
 Ho Chi Minh City (AsiaNews) – I Redentoristi di Hanoi e di Ho Chi Minh City pregano per la libertà religiosa, la pace nel Paese e il rilascio degli attivisti e di quanti sono stati incarcerati a causa della fede cristiana. Alle 20 di ieri sera nella chiesa di Nostra Signora dell’aiuto perpetuo, parrocchia dell' ex Saigon, oltre 2mila persone hanno ascoltato una messa e pregato per i giovani cattolici, arrestati di recente in modo arbitrario dalle autorità: i cattolici hanno rivolto il loro pensiero a quanti lottano per la giustizia, la verità, la libera pratica del culto e protestano contro le nazioni – il riferimento è alle mire espansioniste di Pechino nel mar Cinese meridionale – definite “aggressive ed espansioniste”.

Nelle ultime settimane in Vietnam accade sempre più di frequente che cattolici e non, intere famiglie ed ex dirigenti del partito comunista si rivolgano ai Redentoristi, chiedendo loro di pregare per la salute di familiari e amici, o per la liberazione di congiunti incarcerati senza processo. Negli ultimi mesi il governo ha imprigionato centinaia di attivisti, colpevoli di aver infranto gli articolo 88 e 79 del Codice penale; in realtà queste persone hanno “solo” chiesto o incoraggiato riforme volte a una maggiore giustizia sociale, libertà religiosa e protestato contro “l’imperialismo della Cina”.

Intanto la stretta decisa dalle autorità contro i dissidenti non sembra fermarsi: ieri un altro fedele, appartenente al coro dei Redentoristi della città, è stato arrestato dalle forze di polizia. Finora sono almeno 20 i cattolici, per lo più giovani, incarcerati di recente. La maggior parte di loro vive e lavora nella diocesi di Vinh, e nelle arcidiocesi di Hanoi e Ho Chi Minh City.

Le ondate di arresti hanno sollevato preoccupazione e indignazione fra gli emigrati vietnamiti. Nei giorni scorsi Voce dei martiri Canada (Vomc) ha condannato l’arresto e la detenzione di padre Nguyen Van Ly, detenuto nonostante le precarie condizioni di salute, chiedendone l’immediato rilascio.

Un fedele di Ho Chi Minh City racconta ad AsiaNews il cambio di “strategia” delle autorità comuniste, le quali “non arrestano più i sacerdoti dissidenti”, perché temono l’opinione pubblica internazionale. Per questo “rapiscono” giovani cattolici, collaboratori di siti web o attivisti e volontari all’interno delle parrocchie. Attivisti per i diritti umani aggiungono che i massimi vertici di governo devono “valutare il grado di libertà religiosa” nel Paese, perché ancora oggi “in alcune zone e a causa di alcuni funzionari locali” avvengono “repressioni e persecuzioni contro religioni e fedeli”.


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