30/08/2019, 12.21
HONG KONG-CINA
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Hong Kong, Pechino ordina: Non cedete alle richieste dei manifestanti

All'inizio di questa estate, il capo dell’esecutivo di Hong Kong ha presentato a Pechino un rapporto sulle istanze della piazza. Tra queste vi sono il ritiro del disegno di legge sull’estradizione e l’avvio di un’inchiesta sulle violenze. Il governo cinese ha condannato le proteste e accusato potenze straniere di alimentare i tumulti.

Hong Kong (AsiaNews) – Nelle scorse settimane, il governo centrale cinese ha respinto la proposta di Carrie Lam di ritirare la proposta di legge sull’estradizione e le ha ordinato di non cedere a nessuna richieste avanzate dai manifestanti a quel tempo. È quanto afferma la Reuters, citando tre persone con conoscenza diretta della questione. All'inizio di questa estate, il capo dell’esecutivo di Hong Kong ha presentato a Pechino un rapporto sulle cinque principali richieste dei manifestanti. Dalla nota informativa emerge che ritirare il controverso provvedimento – ora solo sospeso – potrebbe contribuire a disinnescare la crescente crisi politica nel territorio.

Secondo gli analisti, il rifiuto di Pechino alla proposta della sig.ra Lam su come risolvere la crisi rappresenta una prova concreta di come la Cina stia controllando la risposta del governo di Hong Kong ai disordini: i media di Stato hanno più volte riportato severe dichiarazioni sulla sovranità del Paese e gli obiettivi “radicali” dei manifestanti; il governo centrale ha condannato le proteste e accusato potenze straniere di alimentare i tumulti. Il ministero degli Esteri ha ripetutamente messo in guardia le altre nazioni dall'interferire ad Hong Kong, ribadendo che la situazione è un “affare interno”.

Carrie Lam ha ultimato il suo resoconto prima del 7 agosto, quando a Shenzhen ha avuto luogo una riunione di alti funzionari cinesi sulla situazione nell’ex colonia britannica. I quadri di Partito hanno esaminato la fattibilità delle cinque richieste dei manifestanti, analizzando come cedere ad alcune di queste cose potrebbe alleviare le tensioni. Oltre al ritiro del disegno di legge, le altre istanze esaminate nel rapporto: un'indagine indipendente sulle proteste; elezioni pienamente democratiche; abbandono del termine “rivolta” nella descrizione delle manifestazioni; e far cadere le accuse contro gli arrestati.

Un alto funzionario governativo di Hong Kong dichiara alla Reuters sotto anonimato che Pechino ha ordinato alla Lam di non ritirare il provvedimento o avviare un'indagine sui disordini, comprese le accuse sugli abusi della polizia. “Hanno detto di no” a tutte e cinque le richieste, afferma una seconda fonte che aggiunge: “La situazione è molto più complicata di quanto si pensi”. Entrambi affermano che il rapporto è stato presentato tra il 16 giugno – il giorno dopo che la sig.ra Lam ha annunciato la sospensione della legge – ed il 7 agosto.

La terza fonte è un alto funzionario cinese. Egli rivela che il governo di Hong Kong ha presentato la relazione al Gruppo di coordinamento centrale per gli Affari di Hong Kong e Macao, ente guidato dal membro del comitato permanente del Politburo Han Zheng; e che anche il presidente Xi Jinping ne era al corrente. Il funzionario conferma che Pechino si è rifiutata di cedere a qualsiasi richiesta dei manifestanti e vuole che l'amministrazione della sig.ra Lam prenda più iniziative.

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