05/06/2006, 00.00
Hong Kong
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Hong Kong, migliaia in piazza per commemorare i caduti di Tiananmen

Secondo gli organizzatori, i manifestanti erano oltre 44 mila. Card. Zen: "Dicono che dopo 17 anni dobbiamo scaricare questo retaggio storico, ma in che modo? Lo cancelliamo, lo lasciamo irrisolto o facciamo finta di nulla?".

Hong Kong (AsiaNews/Scmp) – Migliaia di persone si sono riunite ieri sera con una candela in mano nel centro di Hong Kong per commemorare il 17mo anniversario del massacro di piazza Tiananmen, avvenuto il 4 giugno del 1989. Secondo l'Alleanza a sostegno dei movimenti democratici patriottici – che ha organizzato l'evento – l'affluenza è stata di oltre 44 mila persone.

L'affluenza – relativamente scarsa – è vista da alcuni analisti politici come un segnale dell'atmosfera "rilassata" fra il Territorio e Pechino, anche se il Partito Comunista non ha progredito in nessun modo nel processo di riforme democratiche che aveva annunciato.

"Alcune persone – ha detto il cardinal Zen, vescovo di Hong Kong, durante una veglia di preghiera tenutasi prima della manifestazione – dicono che il massacro è avvenuto 17 anni fa e che questo deve spingerci a scaricare questo bagaglio storico. Ma dobbiamo cancellarlo, lasciarlo irrisolto o pretendere che non sia mai avvenuto?".

Szeto Wah, presidente dell'Alleanza, ha parlato alla folla riunita nel Victoria Park: "Hong Kong – ha detto – è l'unico luogo sul suolo cinese dove delle candele brillano ogni anno per ricordare gli studenti trucidati dai carri armati". Wang Dan, dissidente in esilio, ha inviato un messaggio registrato in cui ha sottolineato come il desiderio di chi manifesta "è molto semplice. Vogliamo solo che la nostra gente possa vivere con libertà e dignità".

Kim Li, studente di 20 anni che frequenta l'Università delle Scienze e della Tecnologia, dice: "La Cina critica il Giappone per come cambia la storia, ma non ammette cosa ha fatto quando si parla di Tiananmen e quindi fa la stessa cosa".

Anche i leader di Taiwan si sono pronunciati sull'argomento. Per Ma Ying-jeou, presidente del Kuomintang [Partito nazionalist ndr], Pechino "dovrà prima o poi affrontare la questione Tiananmen". Con una dichiarazione rilasciata il giorno prima della manifestazione, Ma – considerato il prossimo presidente dell'isola – ha spiegato: "Prima si muovono sull'argomento e migliori sono le possibilità di uscirne in maniera dignitosa".

Sulla sua candidatura alla presidenza ed a fronte di queste dichiarazioni, ha spiegato che "sebbene con Pechino vi siano delle divergenze, devono capire che i nostri valori più importanti come libertà, democrazia e sanità per tutti non sono in discussione".

Il 4 giugno 1989 le  truppe dell'esercito nazionale, appoggiate dai carri armati, entrarono in piazza Tiananmen e massacrarono i manifestanti inermi che da oltre un mese invocavano democrazia e la fine della corruzione per la società cinese, nelle strade della capitale. Il bilancio di quel massacro non è mai stato pubblicato dal governo, ma organizzazione internazionali indipendenti dicono che attorno alla piazza, nelle vie laterali e nei giorni seguenti al 4 giugno sono morte alcune migliaia di persone.

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