27/02/2014, 00.00
HONG KONG - CINA
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Hong Kong, peggiorano le condizioni di Kevin Lau: ancora "ignoti" i moventi dell'agguato

L'ex direttore del Ming Pao, colpito ieri in pieno giorno da due assalitori armati di coltello, è in situazione "critica". Il governo del Territorio condanna l'accaduto, l'ultimo di una lunga scia di attacchi ai giornalisti. Hong Kong sempre più in basso nella graduatoria sulla libertà di stampa.

Hong Kong (AsiaNews) - Le condizioni di Kevin Lau Chun-to, ex direttore del quotidiano Ming Pao accoltellato ieri mattina da due sconosciuti per le strade del Territorio, sono peggiorate. Secondo i funzionari del governo locale, il giornalista è "in una situazione critica" soprattutto a causa delle ferite riportate alla schiena dalla lama di 16 cm con cui è stato colpito. La polizia continua a cercare i due assalitori, che sono fuggiti in motocicletta, mentre il giornale diretto fino a qualche tempo fa da Lau ha messo una taglia di 1 milione di dollari di Hong Kong (circa 95mila euro) per chi darà notizie utili a identificare i colpevoli di questa aggressione.

Il capo del governo di Hong Kong, Leung Chun-ying, ha fatto visita a Lau in ospedale dicendo ai giornalisti presenti che le autorità "condannano questa violenta aggressione". Anche l'Associazione dei giornalisti di Hong Kong e il Club della stampa estera hanno condannato in una nota l'aggressione a Lau, definendola "una grave provocazione per la libertà della stampa. Il numero crescente di attacchi contro i media deve essere trattato con serietà dall'esecutivo. Se anche questo caso resta senza soluzione e senza punizione dei responsabili, a pagarne le conseguenze sarà la reputazione di Hong Kong come città libera e internazionale".

Lau è stato nominato direttore del Ming Pao nel 2012: il mese scorso è stato sostituito da un giornalista malaysiano senza alcuna esperienza per quanto riguarda le questioni locali. Nel contempo, Lau è stato trasferito nell'unità che si occupa dell'editoria digitale. La decisione ha suscitato preoccupazioni per la libertà dell'espressione a Hong Kong; alcuni giornalisti temono infatti che con il cambio di guardia, i proprietari del giornale volessero impedire la pubblicazione di notizie su abusi dei diritti umani e corruzione in Cina.

Prima di essere licenziato, Lau aveva partecipato all'inchiesta che ha rivelato l'enormità dei fondi nascosti alle Isole Vergini dai ricchi cinesi, fra cui numerosi membri del Partito Comunista, che ha fatto infuriare le autorità.  Inoltre, secondo alcune fonti redazionali il Ming Pao stava preparando un lungo dossier sulla situazione dei diritti umani in Cina: l'allontanamento di Lau sarebbe stato motivato proprio dalla volontà di impedirne la pubblicazione.

L'aggressione ai suoi danni è solo l'ultima di una lunga scia di attacchi ai giornalisti: nel 2013 Chang Ping, redattore dell'"iSun", è stato picchiato a bastonate all'ingresso della redazione; inoltre, i cancelli della casa dell'editore Jimmy Lai sono stati sfondati, e migliaia di copie del suo quotidiano, l'"Apple Daily", bruciate da "sconosciuti".

Per protestare contro questa situazione, lo scorso 23 febbraio migliaia di persone sono scese in strada per chiedere "libertà di parola, libertà per Hong Kong". Parlando alla folla riunita, Yuen Chan, docente di giornalismo all'Università Cinese di Hong Kong, ha detto: "In questi attacchi il mandante non è mai noto, ma il movente è chiaramente politico. E l'effetto è raggelante per la stampa locale". 

Nell'ultima classifica mondiale della libertà di stampa compilata da Reporter senza frontiere, il Territorio è sceso al 61esimo posto a causa delle preoccupazioni per l'influenza della Cina. Nella prima classifica preparata dall'ong (nel 2002) Hong Kong era al 18esimo posto. 

 

 

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