03/09/2012, 00.00
HONG KONG – CINA
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Hong Kong, sciopero della fame “a oltranza” contro l’educazione patriottica voluta dalla Cina

Dopo la grande manifestazione, altri studenti si uniscono ai 3 accampati davanti agli uffici del governo del Territorio. Chiedono di ritirare le classi di educazione nazionale, un tentativo di lavare il cervello agli abitanti della ex colonia. Il governo locale tace, mentre monta l’indignazione di tutta la popolazione.

Hong Kong (AsiaNews) - Si estende sempre di più la protesta dei cittadini di Hong Kong contro l'introduzione delle classi di "educazione nazionale", un tentativo evidente imposto dalle autorità comuniste di Pechino al Territorio per indottrinarne la popolazione.

Ai tre studenti in sciopero della fame - i 18enni Lily Wong Lee-lee, Ivan Lam Long-yin e Kaiser - se ne sono uniti altri 7: accampati nel quartiere governativo di Admiralty, minacciano di continuare la protesta a oltranza se le autorità non ritireranno la proposta di riforma educativa. Fino a ora, il capo dell'esecutivo (eletto con i voti pro-Pechino) non ha dato alcun segno in questo senso.

Le proteste di questi giorni nascono dalla riforma scolastica voluta dal governo centrale cinese nel 2002 e varata nel 2004. Essa prevede che in ogni scuola - dalle elementari in poi - siano approntate delle non meglio definite "classi di educazione nazionale", argomento che dovrebbe essere trattata come una materia a parte.

Da quello che finora è stato detto, tale studio dovrebbe far apprezzare le grandi conquiste scientifiche ed economiche della Cina popolare ma tacere, per esempio, sul massacro di Tiananmen. Un sondaggio condotto su larga scala rivela invece che la maggioranza degli alunni chiederebbe al governo di introdurre proprio il massacro di Tiananmen tra gli argomenti trattati.

I primi a opporsi a questa riforma sono stati i cattolici, guidati dal cardinale Joseph Zen Ze-kiun, che ha più volte denunciato il tentativo di "lavaggio del cervello" dei giovani orchestrato da Pechino. Ora, la mobilitazione generale dà ragione alla Chiesa: secondo il sondaggio condotto dall'Associazione che riunisce i club maschili e femminili, il 74 % degli alunni intervistati e il 77 % dei genitori chiedono che il governo ritiri la materia e riprenda le consultazioni con le parti in causa prima di riproporla.

Dopo la grande manifestazione di ieri - in cui studenti, genitori e alunni hanno protestato davanti agli uffici del governo - oggi le cose sono peggiorate: da questa mattina, infatti, inizia il periodo di "introduzione" della nuova materia che tuttavia non ha libri di testo né insegnanti per ora preparati. La cosa che colpisce di più, dice una manifestante, "è l'assoluta indifferenza del governo locale alle nostre proteste".

Eppure l'argomento inizia a unire tutta la popolazione, non solo quella coinvolta nella fascia dell'istruzione. Un ascoltatore della Radio Commerciale - di 60 anni - dichiara di voler sostenere la causa e unirsi allo sciopero della fame "se il governo dovesse insistere senza ritirare la questione del curriculum". Un altro, insegnante in pensione, chiede al capo dell'esecutivo di "mostrarsi indipendente dalla Cina continentale" e "ascoltare i desideri di Hong Kong".

 

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