29/11/2012, 00.00
HONG KONG – CINA
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Hong Kong: cattolici e società civile contro l'oppressione di Pechino

di Eugenia Zhang
Personalità della Chiesa e attivisti pro diritti umani contro le ingerenze del governo cinese. Feroci polemiche attorno all’Articolo 23, che regola la sicurezza e imprime maggiori restrizioni. Critiche per l’uso eccessivo della forza da parte della polizia. Movimenti cattolici rilanciano l’educazione sociale quale arma contro la repressione.

Hong Kong (AsiaNews) - Cattolici e gruppi pro diritti civili hanno manifestato il loro dissenso verso un funzionario di Pechino, che ha anticipato il proposito del governo cinese che mira a restringere le libertà di cui gode oggi Hong Kong. L'alto ufficiale ha inoltre lanciato un monito alle "forze" straniere, intimando loro di "non interferire" negli affari interni del governatorato. Lian Chan, segretario esecutivo della Commissione diocesana di Giustizia e Pace di Hong Kong, spiega ad AsiaNews che "non sorprende" che il governo centrale sia impaziente e voglia imporre quanto previsto all'articolo 23 della Basic Law (la piccola Costituzione del territorio), una norma che regola la sicurezza di Hong Kong e mira a reprimere le sovversioni.

Ricordando i recenti casi in cui vi è stato un uso eccessivo della forza da parte della polizia di Hong Kong, Chan sottolinea che il margine di libertà e movimento rimasti per esprimere le proprie idee e opinioni in città, negli ultimi anni, si è ristretto, frenando l'ideale di "un Paese, due sistemi". L'attivista cattolica ha confermato che il suo gruppo si è unito agli altri movimenti civili, per manifestare la propria opposizione alle disposizioni previste all'articolo 23. I leader ricordano che manca ancora l'introduzione a pieno regime del suffragio universale, quale mezzo per regolare la vita politica; la norma può essere inoltre sfruttata dalle autorità, per un controllo sistematico della società.

Il 22 novembre scorso Zhang Xiaoming, vicedirettore del China State Council's Hong Kong and Macau Affairs Office, una specie di rappresentanza di Pechino ad Hong Kong, ha pubblicato un articolo di 6mila caratteri sul locale quotidiano di sinistra Wen Wei Po. Al suo interno vi sono numerosi commenti su fatti e questioni inerenti la vita politica e giuridica della città, tra cui la discussione a tempo debito dell'articolo 23, oltre che accuse dirette a poteri stranieri di interferire nelle elezioni di Hong Kong.

In merito al riferimento fatto da Zhang sulle influenze esercitate dagli stranieri, i commentatori lo associano alle parole del presidente cinese uscente Hu Jintao relative a Hong Kong e Macao, durante il 18mo Congresso del Partito comunista, tenutosi agli inizi di novembre. I partiti pro-democrazia e altri analisti di Hong Kong hanno criticato le parole di Zhang, ritenendole una stretta indebita sull'autonomia del territorio e un rischio per il funzionamento del principio "un Paese, due sistemi".

Alan Leong, parlamentare del Partito civico e di fede cattolico, in un comunicato stampa sottolinea che il governo centrale ha elaborato alcuni obiettivi che l'esecutivo locale deve applicare, tra cui la legislazione prevista all'Articolo 23. Inoltre, non sono mai emerse prove in merito alle accuse lanciate da Zhang, secondo cui presunte "forze straniere" interferiscono negli affari interni e nelle elezioni di Hong Kong.

Nel frattempo Lina Chan ricorda che il movimento cattolico diocesano rafforzerà il proprio impegno nell'educare fedeli (e non) all'importanza del valore dei diritti umani, dello Stato di diritto e dell'istruzione. La Commissione diocesana di Giustizia e Pace si unirà agli altri gruppi della società civile, nella promozione di campagne di sensibilizzazione contro l'uso eccessivo della forza della polizia, distribuendo anche volantini che illustrano le restrizioni alle libertà civili impresse negli ultimi anni ad Hong Kong, in seguito all'introduzione di norme sulla sicurezza. 

 

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