07/05/2018, 08.59
ARABIA SAUDITA
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Hrw: Riyadh detiene in carcere migliaia di persone senza processo

Secondo i dati ufficiali almeno 2.305 persone sono in cella senza una formalizzazione del capo di accusa. Il periodo di fermo varia da qualche mese fino a 10 anni. Una pratica che è “cresciuta in modo drammatico” nell’ultimo periodo. Il principe ereditario Mohammed bin Salman fra i maggiori responsabili degli “arresti arbitrari”. 

 

Riyadh (AsiaNews/Agenzie) - L’Arabia Saudita ha rinchiuso nelle carceri migliaia di persone per lunghi periodi, qualcuno anche per un decennio, senza nemmeno celebrare un processo. È quanto affermano gli attivisti di Human Rights Watch (Hrw), che puntano il dito contro i vertici del regno wahhabita e il potente principe ereditario Mohammed bin Salman (Mbs) per la pratica degli “arresti arbitrari”. 

Secondo i dati ufficiali forniti dal ministero degli interni, e analizzati da esperti di Hrw, le autorità hanno rinchiuso almeno 2.305 persone - per un periodo di tempo che va dai sei mesi a oltre 10 anni - senza nemmeno rinviarli in aula. In una nota l’ong internazionale con base a New York sottolinea che la pratica “è cresciuta in modo drammatico negli ultimi anni”. 

Da qui l’invito ai vertici del regno di “smetterla di detenere la gente in modo arbitrario”. 

“Se le autorità saudite - sottolinea Sarah Leah Whitson, direttore Hrw per il Medio oriente - possono detenere un uomo per mesi senza accuse, è chiaro che il sistema giudiziario e penale saudita resta profondamente ingiusto. E sembra destinato a peggiorare nel prossimo futuro”. 

Il regno ultraconservatore saudita, una monarchia assoluta retta da una visione fondamentalista dell’islam sunnita, ha introdotto una serie di riforme negli ultimi mesi, nel contesto del programma “Vision 2030” voluto dal 32enne Mbs. Uno degli obbiettivi centrali è favorire l’occupazione femminile, portandola dall’attuale 22% a più del 30% entro il 2030.

Le riforme non riguardano solo il settore dell’occupazione: nel settembre scorso è stata annunciata l’abolizione del divieto a guidare (in vigore da giugno) per le donne e lo stadio della capitale è stato aperto alle rappresentanti del gentil sesso, che hanno potuto assistere alle celebrazioni della festa nazionale e a partite di calcio. Tuttavia, permangono ancora dure limitazioni. 

“Il programma Vision 2030 di Mbs - sottolinea l’attivista di Hrw - sembra descrivere meglio la lunghezza delle detenzioni senza processo, che una previsione dei tempi per un piano di riforme”.

Il principe ereditario è l’artefice principale del piano “riformista”, il cui obiettivo di fondo è quello di affrancare il regno dalla dipendenza dal petrolio e di modernizzare una delle nazioni più restrittive al mondo. Esso prevede la privatizzazione di parte della compagnia statale petrolifera Aramco e una maggiore presenza delle donne nel mondo del lavoro. 

Al contempo l’Arabia Saudita è una delle nazioni al mondo in cui viene applicata con maggiore frequenza la condanna a morte. La pena capitale nel regno è prevista per i colpevoli di omicidio, rapina a mano armata, stupro e traffico di droga, ma anche per stregoneria e sodomia. In passato il numero delle esecuzioni era così elevato da far emergere una “carenza” di boia.

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