05/11/2013, 00.00
GIAPPONE
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I 100 anni della Sophia University, "cuore della Chiesa in Giappone"

A festeggiare l'anniversario dell'ateneo cattolico oltre 4mila persone, fra cui l'imperatore Akihito e l'imperatrice Michiko. Papa Francesco ha inviato il cardinal Farina, che ha letto la lettera del pontefice ricordando l'impegno di San Francesco Saverio per l'evangelizzazione del Giappone. Il Superiore regionale del Pime: "Un grande segno dello sforzo evangelico dei cattolici".

Tokyo (AsiaNews) - La Sophia University "potrebbe essere definita il cuore della Chiesa in Giappone, forse anche da un punto di vista storico. Rappresenta tutto lo sforzo dei cattolici, e in modo particolare della Compagnia di Gesù, per annunciare il Vangelo al Paese del Sol Levante. Uno sforzo che potremmo definire "inculturato", perché passa anche attraverso il concetto di inculturazione: non credo sia un caso che nella chiesa attigua all'università, dedicata a Sant'Ignazio, si celebrino ogni anno tantissimi battesimi". Lo dice ad AsiaNews p. Mario Bianchin, Superiore regionale del Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime), in occasione del primo centenario dell'università cattolica.

Alle celebrazioni per l'anniversario erano presenti più di 4mila persone: fra questi anche l'imperatore Akihito e l'imperatrice Michiko. Papa Francesco ha inviato come suo rappresentante il cardinale Renato Farina, che ha letto un messaggio del pontefice. Nel testo, Francesco ha sottolineato l'impegno di San Francesco Saverio per l'evangelizzazione del Giappone e la vicinanza del grande santo missionario con i fondatori dell'ateneo, che "ne hanno seguito le orme".

In un primo tempo, spiega p. Bianchin, "la Sophia era un seminario teologico dei gesuiti. Nel secondo dopoguerra è cresciuta moltissimo: credo che tutto lo sforzo cattolico, soprattutto della Compagnia di Gesù - che qui in Giappone rappresenta una grande forza nel campo educativo e nella trasmissione del messaggio evangelico e cristiano - possa essere rappresentato proprio dall'università".

Anche i genitori cristiani, riprende ancora il missionario, "si sentono obbligati dalle necessità e dalla struttura sociale a preparare i propri figli per la società nipponica e non per la Chiesa. Questo è un valore ritenuto assoluto, che si trova al primo posto. Quindi tutto converge verso la società: la grande sfida è quella di costruire una Chiesa che sia 'di più': la società giapponese ha dei valori bellissimi, ma noi vogliamo spingerla a includere un mondo più vasto rispetto a quello sociale, ovvero il mondo del Vangelo".

 

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