10/12/2018, 12.31
ALGERIA – VATICANO
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I martiri di Algeria: una testimonianza di carità, seme di dialogo con l’Islam

Per la prima volta in un Paese islamico una cerimonia di beatificazione. Presenti  rappresentanti del governo, familiari dei martiri, i principali imam del Paese e rappresentanti delle congregazioni religiose alle quali appartenevano i nuovi beati. Il Papa: “questa celebrazione aiuti a guarire le ferite del passato e a creare una nuova dinamica di incontro e di convivenza”.

Orano (AsiaNews) – “Umili costruttori di pace ed eroici testimoni della carità cristiana”, “la cui coraggiosa testimonianza è fonte di speranza per la comunità cattolica algerina e seme di dialogo per l’intera società”. Papa Francesco ha definito così, ieri, all’Angelus, i 19 martiri di Algeria, beatificati l'8 dicembre a Orano.

Una cerimonia senza precedenti in un Paese musulmano, una beatificazione celebrata davanti a oltre mille persone (nella foto). Gli uni a fianco degli altri: rappresentanti del governo, familiari dei martiri, i principali imam del Paese e rappresentanti delle congregazioni religiose alle quali appartenevano i nuovi beati. La presenza di tanti musulmani nel santuario di Notre-Dame di Santa Cruz a Oran, Algeria, ha sottolineato mons. Desfarges, arcivescovo di Algeri, vuole “sottolineare che non è stato l’Islam ad uccidere ma una ideologia che sfigura questa religione”. “Le autorità – ha aggiunto - hanno compreso il senso più vero che vogliamo dare a questa celebrazione: dare testimonianza che è possibile vivere insieme, camminare credenti a fianco di credenti”.

Tra il 1994 e il 1996, durante la guerra civile, infatti, a essere uccisi dagli islamisti, come il vescovo Pietro Claverie e i 18 compagni, furono anche 114 imam ed esponenti della società civile.

A celebrare il cardinale Angelo Becciu, prefetto della Congregazione per le cause dei santi e inviato papale.

I 19 beati – 13 religiosi, fra cui un vescovo, e 6 religiose – furono uccisi tra il  1991 e il 1996. La vicenda più atroce è forse quella dei sette monaci di Tibhirine. Rapiti la notte del 26 marzo 1996 nel loro monastero di Notre-Dame de l’Atlas, a una sessantina di km da Algeri, circa due mesi dopo, il 25 maggio, vengono ritrovate solo le loro teste nei pressi di Medea. La loro storia è stata narrata anche nel film Uomini di Dio, del 2010.

I nuovi beati, ha detto all’omelia il card. Becciu, “hanno annunciato l’amore incondizionato del Signore verso i poveri e gli emarginati”. “Pur consapevoli del rischio che li assediava decisero coraggiosamente di restare al loro posto fino alla fine". “Anche noi oggi - ha proseguito - contemplando questi nuovi beati, siamo invitati a rallegrarci ed esultare, perché in essi vediamo risplendere il mistero dell’eterna santità di Dio uno e trino, che a noi viene riproposta in una nuova attualizzazione del Vangelo che questi nostri martiri hanno testimoniato fino all’effusione del sangue”.

Durante la celebrazione è stato letto il messaggio del Papa ai cattolici di Algeria, “fraterno incoraggiamento affinché” la celebrazione “possa aiutare a sanare le ferite del passato e creare una nuova dinamica di incontro e di convivenza come risultato dei nostri beati”. (FP)

Questo il messaggio del Papa, (traduzione a cura di AsiaNews)

Cari fratelli e sorelle,
questo sabato, 8 dicembre, la Chiesa in Algeria festeggia con gioia la beatificazione di diciannove religiosi e martiri. Mi unisco alla vostra azione di ringraziamento per queste vite totalmente date per amore di Dio, del Paese e di tutti i suoi abitanti, dei quali voi condividete l'umiltà quotidiana in uno spirito di fratellanza, di amicizia e di servizio. Ricevete il mio fraterno incoraggiamento perché questa celebrazione aiuti a guarire le ferite del passato e a creare una nuova dinamica di incontro e di convivenza  come risultato dei nostri beati.

Sono molto grato al Presidente della Repubblica algerina democratica e popolare  Abdelaziz Bouteflika e ai suoi collaboratori per aver facilitato la celebrazione sul suolo algerino della beatificazione del vescovo Pierre Claverie e dei suoi diciotto compagni e compagne , martiri del più grande amore. Voglio anche esprimere il mio affetto per il popolo algerino che ha conosciuto grandi sofferenze durante la crisi sociale della quale è stato vittima negli ultimi anni del secolo scorso.

Ricordando la morte in Algeria di queste diciannove vittime cristiane, i cattolici di Algeria e del mondo vogliono celebrare la fedeltà di questi martiri al progetto di Pace che Dio ispira a tutti gli uomini. Allo stesso tempo, vogliono comprendere nelle loro preghiere tutti i figli e le figlie dell'Algeria che sono stati, come loro, vittime della stessa violenza per aver vissuto, con fedeltà e rispetto per l'altro, i loro doveri di credenti e di cittadini di questa terra benedetta. È anche per loro che rivolgiamo la nostra preghiera ed esprimiamo il nostro grato omaggio.

La Chiesa cattolica in Algeria conosce l'eredità, con tutta la nazione algerina, del grande messaggio d'amore proposto da uno dei tanti maestri spirituali della tua terra, Sant'Agostino di Ippona. Vuole servire lo stesso messaggio, in questi tempi in cui tutti i popoli cercano di far avanzare la loro aspirazione a "Vivere insieme in pace".

Con la beatificazione dei nostri diciannove fratelli e sorelle, la Chiesa vuole testimoniare il suo desiderio di continuare a lavorare per il dialogo, la concordia e l'amicizia. Riteniamo che questo evento senza precedenti nel vostro Paese rappresenterà un grande segno di fraternità nel cielo algerino diretto a tutto il mondo.

Siamo felici che questa celebrazione possa essere vissuta in un santuario dedicato alla Vergine Maria, particolarmente presente nelle nostre due tradizioni religiose. Possa lo sguardo materno della Beata Vergine Maria, piena di grazia, tutta bella e pura, proteggervi e custodirvi.

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