27/05/2004, 00.00
THAILANDIA
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I ribelli islamici chiedono colloqui di pace, prudente il governo

Bangkok (Asianews)  - Si intravedono spiragli di dialogo nel braccio di ferro fra il governo e le forze ribelli musulmani del sud. Wan Kadir Che Man, leader del Bersatu, la sigla che riunisce i gruppi ribelli, ha proposto al governo thailandese colloqui ufficiali per mettere fine agli scontri che hanno causato 200 morti quest'anno. Secondo il settimanale The Nation,  Wan Kadir chiede l'autonomia, e non più l'indipendenza, per le regioni meridionali del paese: "Nell'età della globalizzazione, il mondo cammina e non c'è più spazio per il separatismo" ha affermato Kadir. Che ha richiesto un maggior "spazio politico" per la minoranza musulmana, aggiungendo di non voler porre condizioni al dialogo con il governo.

Il primo ministro Thaksin Shinawatra ha prima accettato la proposta del capo dei ribelli ("Sono pronto a parlare con loro"); in seguito ha precisato che i colloqui si svolgeranno "a livello informale". La parziale retromarcia di Thaksin fa trasparire il dissidio esistente nella società tailandese sull'opportunità di instaurare colloqui di pace con un'organizzazione separatista. Il vice primo ministro Chavalit Yongchaiyudh è rimasto tiepido nei confronti dell'offerta dei ribelli, affermando che Wan Kadir vuole approfittare dei colloqui per rafforzare la sua notorietà internazionale ed entrare così nella Conferenza delle organizzazioni islamiche (Oic).

La difficile situazione al sud sta spingendo i rappresentanti religiosi a rafforzare il dialogo. Il programma radiofonico nazionale Unite all Thai as one ha di recente ospitato l'imam Pattana Lungputae, leader della comunità Tonson di Thon Buri, sobborgo industriale di Bangkok. La moschea Tonson sorge fra due templi buddisti e proprio di fronte alla chiesa cattolica della Santa Croce. "Il ruolo dei capi religiosi è guidare la coscienza delle loro comunità e far crescere il valore dell'amore, della responsabilità e della condivisione" ha affermato l'imam nel corso della trasmissione. "Il buddismo, l'islam e il cristianesimo insegnano a vivere insieme e in pace. Tutti i thailandesi dovrebbero volersi bene senza guardare alla religione. La società non avrebbe problemi se ciascuno vivesse il valore della condivisione, presente in ogni religione" ha concluso l'esponente musulmano.

Il buddismo è la religione predominante in Thailandia (95%), seguita dall'islam (4%). I cristiani sono solo lo 0,5% della popolazione.

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