27/11/2013, 00.00
VIETNAM
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I sacerdoti di Bac Ninh contro il progetto di legge che limita la libertà religiosa

La pratica del culto "è un diritto, non un favore che viene accordato". Così i preti rispondono a un decreto delle autorità provinciali che impone nuovi vincoli e ostacoli alla vita religiosa. Il testo si perde in “inutili sciocchezze” e “obbliga a chiedere permessi e autorizzazioni”. Libertà religiosa base per “uno sviluppo armonioso”.

Hanoi (AsiaNews/EdA) - La libertà religiosa, garantita dalla Costituzione e dalle norme vigenti, "è un diritto e non un favore che ci viene accordato". Il progetto di legge che ne regola l'applicazione, oltre che avere "troppi dettagli inutili" frappone "molti ostacoli e limiti". È quanto sottolineano i sacerdoti della diocesi di Bac Ninh, nel nord del Vietnam, in un documento scritto che critica il decreto legge elaborato dalle autorità dell'omonima provincia, limitrofa alla capitale Hanoi. Intitolato "Disposizioni riguardanti un certo numero di punti concreti, sulla gestione delle attività religiose sul territorio di Bac Ninh", esso costituisce - all'atto pratico - un freno alle attività di culto per il clero e la comunità dei fedeli.

La diocesi di Bac Ninh comprende cinque intere province del nord e porzioni territoriali di altre; i cattolici sono 120mila e costituiscono l'1,54% del totale della popolazione. Il vescovo è mons. Cosma Hoang Van Dat, che è anche segretario generale della Conferenza episcopale del Vietnam.

Di recente le autorità civili della provincia di Bac Ninh hanno elaborato un progetto di legge, che regola e definisce le modalità di applicazione delle leggi dello Stato in materia di culto. Dopo averlo analizzato, i sacerdoti hanno reagito con disappunto perché si perde in "inutili sciocchezze" e "obbliga le religioni a chiedere permessi e autorizzazioni ad ogni circostanza".

Nel documento, i sacerdoti ricordano che già a livello nazionale vi sono norme precise e dettagliate che regolano l'attività religiosa. Norme peraltro introdotte di recente, e che hanno provocato la reazione contrariata dei leader delle principali religioni perché introducono già pesanti vincoli e limitazioni in materia di culto. "Le organizzazioni religiose e i loro rappresentanti - denuncia il documento dei cattolici - invece di beneficiare di diritti legittimi, devono sollecitarli" nella preparazione di cerimonie religiose, nella formazione del clero, per le ordinazioni e la costruzione (o il restauro) di edifici religiosi.

A fronte di una società vietnamita che chiede forme e strumenti di democrazia e libertà sempre maggiori, avvertono i sacerdoti di Bac Ninh, il progetto di legge sulle religioni rappresenta "un passo indietro". Esso impone di fatto l'autorizzazione preliminare delle autorità per qualsiasi iniziativa in materia di fede e nell'attività religiosa. "Un tale regime - spiegano - trasforma il diritto alla libertà dei cittadini in un potere affidato alle mani dello Stato" che, al contrario, dovrebbe garantire "protezione e i diritti delle organizzazioni religiose".

"Noi desideriamo - concludono i sacerdoti - che il progetto sia un testo legislativo che porta a un progresso reale, che contribuisca davvero al benessere della popolazione. E il bene più grande, non è forse quello di praticare in modo libero la propria religione e di condurre la propria vita spirituale? Solo così, del resto, la società potrà raggiungere uno sviluppo sicuro e armonioso".  

 

 

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