23/10/2007, 00.00
PAKISTAN
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I talebani all’attacco delle scuole cattoliche nella valle della Swat

di Qaiser Felix
Le scuole rischiano attacchi suicidi, e gli studenti, costretti a seguire i precetti islamici, abbandonano la zona. Un lungo rapporto del Minorities Concern of Pakistan punta il dito contro l’avanzata incontrastata dei gruppi talebani nel Paese, arrivati fino alla valle della Swat, soprannominata “Svizzera d’Oriente”.

Islamabad (AsiaNews) – Non si ferma il processo di talebanizzazione del Pakistan, nonostante le promesse formali del governo centrale e delle autorità locali: l’estremismo islamico è infatti arrivato fino alla valle della Swat, un tempo nota come “la Svizzera d’Oriente”. Lo denuncia un lungo rapporto del Minorities Concern of Pakistan, organizzazione locale che controlla la situazione delle minoranze e le violazioni commesse contro i diritti umani della popolazione.

Uno dei casi citati riguarda il liceo di Sangota, nella Swat, gestito dalla diocesi cattolica locale: una lettera di due pagine, inviata nei giorni scorsi dal Janisaran-i-Islam (i “Sacrifici dell’Islam), accusa l’amministrazione scolastica di “convertire a forza gli studenti” e di “allontanarli dalla morale islamica”. Il gruppo fondamentalista pretende l’immediato licenziamento di tutto il personale cristiano, da rimpiazzare con ferventi musulmani, e minaccia attacchi suicidi “se gli ordini non verranno eseguiti”.

Invece di ascoltare la scuola, il governo locale ha dato ragione alla lettera, emanando un’ordinanza che impone alle studentesse, anche cattoliche, di vestire il velo durante tutta la giornata per “preservare la morale islamica della zona da conversioni ed ateismo”. L’ordine è stato accolto con entusiasmo dagli integralisti, che sono arrivati a citare le tre ragazze indonesiane di fede cristiana decapitate lo scorso anno da fanatici musulmani perché non portavano il velo.

Molti genitori preoccupati hanno deciso di ritirare le figlie dalla scuola, che è stata costretta a chiudere fino alla scorsa settimana, quando l’amministrazione locale ha deciso di distaccare alcuni agenti per garantirne la sicurezza. Tuttavia, soltanto la metà degli studenti non islamici è tornata sui banchi, e molti pensano di abbandonare il Paese per evitare altre violenze.

Il fenomeno non preoccupa soltanto la minoranza cristiana. La valle dello Swat, molto amata da tutti i pakistani, è una delle zone più ricche del Paese, e l’aumento della pressione islamica dimostra che il governo non è ancora riuscito ad arginare il flusso dei talebani provenienti dal confinante Afghanistan. Secondo un editoriale apparso sul quotidiano Daily Times, “il governo sembra impotente davanti a questi gruppi di militanti islamici, che rendono la vita delle persone un inferno e combattono contro tutto quello che ha reso il Pakistan un Paese moderno”.

Proprio per questo, il 26 settembre scorso i rappresentanti di diverse Organizzazioni non governative che operano nel Paese, cristiane e musulmane, hanno manifestato ad Islamabad contro l’aumento delle violenze, ed hanno avvertito il governo: se non viene fermato l’estremismo islamico, non vi saranno più aiuti umanitari di alcun tipo.

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