21/08/2012, 00.00
INDIA – PAKISTAN
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Il “grande esodo” dell’Assam, le minacce islamiche e i fantasmi del nazionalismo

di Nirmala Carvalho
Quasi 300mila persone originarie del nordest dell’India hanno tentato di abbandonare in massa Karnataka e Maharashtra, dove risiedono. Per New Delhi è colpa di Islamabad, che ha diffuso su internet minacce di vendetta per le violenze di luglio tra tribali Bodo e musulmani nell’Assam. Per l’attivista Raghuvanshi, il problema è legato al clima di tensione generato dalle forze nazionaliste indù.

Mumbai (AsiaNews) - Una nuova crisi diplomatica rischia di coinvolgere New Delhi e Islamabad, dopo il "grande esodo interno" che ha sconvolto l'India negli ultimi giorni. Centinaia di migliaia di persone originarie dell'Assam avrebbero infatti abbandonato Bangalore (Karnataka), Mumbai e Pune (Maharashtra) dopo aver ricevuto minacce di morte via internet. Nei messaggi, apparsi per lo più su Facebook e Twitter, si avvertivano i lavoratori provenienti dagli Stati nordorientali che le comunità islamiche dell'India avrebbero presto vendicato quanto accaduto negli scontri etnici di luglio nell'Assam. Per New Delhi, c'è il Pakistan dietro questa campagna d'odio, ma Islamabad nega ogni coinvolgimento e chiede di provare tale accusa.

Le violenze tra tribali Bodo e settlers musulmani nell'Assam hanno provocato circa 80 morti e la fuga di circa 400mila persone - di entrambe le comunità -, che hanno trovato rifugio nei campi profughi allestiti dalla Chiesa locale. La tensione si è poi diffusa in altri Stati indiani, dove i Bodo e altri gruppi etnici sono emigrati per lavoro. Il panico sarebbe esploso la scorsa settimana, con la pubblicazione di "pettegolezzi" via sms, messaggi e foto su social network: circa 300mila persone originarie degli Stati nordorientali - per lo più studenti - avrebbero affollato le stazione dei treni per scappare via, temendo ritorsioni da parte delle comunità islamiche locali.

Al momento, l'esodo sarebbe rientrato e la situazione sta tornando alla normalità, grazie alla collaborazione dei governi dei vari Stati indiani coinvolti. Tuttavia, non è ancora chiaro chi abbia messo online  minacce e intimidazioni: mentre New Delhi accusa Islamabad di essere responsabile, il Pakistan continua a negare chiedendo prove che, però, non arrivano.

Ad AsiaNews Lenin Raghuvanshi, attivista per i diritti umani e direttore del People's Vigilance Committee on Human Rights (Pvchr), sottolinea: "Le violenze nell'Assam sono episodi di natura locale, che hanno origine in una prospettiva storica e in un contesto precisi. Tuttavia, essi hanno delle ripercussioni, che esplodono in conflitti interni alimentati dal nazionalismo delle forze fasciste". In questo senso, secondo l'attivista "la più grande minaccia per l'India è un esodo interno, provocato da forze nazionaliste del Paese [i radicali che sostengono l'ideologia hindutva, ndr] o esterne, come i fondamentalisti musulmani". 

 

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