19/01/2016, 12.31
CINA
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Il 2016 sarà l’anno nero dell’economia cinese, frutto amaro cresciuto dal Partito

di Wei Jingsheng

La bolla creata dal settore immobiliare e la fine dell’era d’oro delle esportazioni di prodotti di bassa qualità e contraffatti stanno esplodendo. Senza una svolta democratica non è possibile regolare un mercato azionario fuori controllo. I grandi azionisti vendono tutto perché sanno la verità e vogliono scappare il prima possibile. Mentre il popolo cinese paga il conto con il duro lavoro e le difficoltà continue di una vita infelice. L’analisi del grande dissidente.

Washington (AsiaNews) – Il nuovo anno va analizzato anche attraverso una delle situazioni che ha ricevuto più attenzione da parte di tutti, uno dei fattori più importanti: l’economia. Il cambiamento dell’economia non è collegato soltanto alla sopravvivenza del regime comunista, ma anche allo stile di vita di ogni famiglia cinese. Sfortunatamente devo darvi una cattiva notizia. Nel 2016 l’economia in Cina continuerà il suo declino e peggiorerà persino rispetto al 2015. Anche se i media comunisti continuano a pronunciare belle parole sull’economia – e i media stranieri comprati dal regime aiutano dai margini – non riusciranno a fermare l’accelerato declino della situazione economica cinese.

Subito dopo Capodanno le Borse in Cina sono crollate di nuovo in maniera violenta, proprio come avvenuto la scorsa estate. Il cosiddetto “meccanismo di controllo del circuito” dei mercati azionari – appena messo in funzione dalla Commissione regolatrice cinese – è entrato subito in azione e ha fermato tutte le contrattazioni. Tuttavia, questo non ha provocato lo sperato effetto positivo: ha avuto l’effetto contrario. In meno di una settimana si è verificata un’ondata di interruzioni da parte di questo meccanismo, che alla fine è stato cancellato. Nello stesso periodo di tempo le quotazioni medie delle azioni cinesi hanno perso più del 10%, tornando ai valori del 2014. Una frase molto comune in questi giorni in Cina recita: “Tutto è tornato come ai tempi (miserabili) di prima della Liberazione”.

Alcune persone vogliono trovare delle scuse per spiegare questo crollo del mercato azionario. Dicono che è dovuto alla rimozione del bando sulla vendita delle azioni, imposto un anno fa dopo un primo crollo in Borsa, che ha provocato una inondazione azionaria che a sua volta ha provocato un nuovo crollo. Ma subito dopo il sistema si è fuso di nuovo: a questo punto i lacchè del regime e la polizia che censura internet hanno iniziato ad avere difficoltà nel trovare nuove scuse.

Che cos’è il mercato azionario? È davvero un mercato soltanto quando le persone vi commerciano con fiducia. Ma dopo la rimozione del bando, i magnati dell’economia cinese hanno gettato un fiume di azioni in questo mercato, dimostrando così di non avere fiducia in questa economia. Chi comprende meglio la situazione economica? Non gli osservatori, che si guadagnano il pane ingannando gli altri, ma i manager che vi operano all’interno.

Non tenete da conto quello che dicono: non metterebbero mai il proprio portafoglio in una posizione svantaggiosa. Stanno vendendo in maniera frenetica le loro stesse azioni, e questo dimostra quanto sia pessima la situazione economica della Cina. Non soltanto sul breve periodo, perché se fosse questo il caso allora gli azionisti avrebbero la pazienza di aspettare i piani di sviluppo di lungo raggio. Invece non hanno pazienza, e questo vuol dire che le proiezioni interne sono svantaggiose. Di più: le previsioni per l’intera economia del Paese sono proprio cattive, quindi chi vi opera all’interno non ha fiducia e vende tutto per ridurre le perdite.

I piccoli investitori non si lasceranno sviare dalle grandi bugie dei media. Seguiranno i grandi azionisti, che hanno informazioni di prima mano, e venderanno tutto il prima possibile per ricavare un piccolo profitto oppure per non perdere troppi soldi. Questa vendita rende peggiore un mercato già cattivo, e la rapidità del crollo porterà a un crash totale.

Perché gli “esperti di economia” non hanno fiducia riguardo la situazione cinese a lungo termine? Perché la bolla creata da più di 10 anni di sviluppo anormale ha creato una struttura economica irragionevole. Il rapido sviluppo economico del Paese si è poggiato su due pilastri basilari: le esportazioni e la eccessiva costruzione di infrastrutture interne.

Per quanto riguarda il commercio verso l’estero, questo ha sofferto per la pessima qualità dei prodotti imposta dalla rapidità dello sviluppo. Le esportazioni cinesi sono piene di prodotti inferiori e beni contraffatti. Dopo essere stato raggirato per più di 10 anni, il consumatore medio occidentale ha iniziato a rigettare questi beni. Anche senza le barriere commerciali, crescerà la resistenza del commercio internazionale. I profitti derivati dalle esportazioni sono stati la massa critica del profitto economico nazionale: la sua contrazione è inevitabile.

La risposta del gruppo di Xi Jinping è la cosiddetta “riforma strutturale dell’offerta”. La direzione è giusta, ma la strada è troppo lunga per spegnere l’incendio in corso. Ci vorranno anni prima che tutte le industrie basate sull’export cambino il proprio modus operandi secondo i desideri del mercato e migliorando la qualità dei loro prodotti, anni in cui la stagnazione dell’economia sarà inevitabile. Questo è un percorso che non si può pretendere di aggirare.

Vediamo da soli il risultato di avere costruito troppe infrastrutture. Qualcuno potrebbe sostenere che l’edilizia pubblica sarà di beneficio per le generazioni future, e quindi non è del tutto inutile. Ma ci sono troppe, troppe case vuote: è questo è uno spreco. Un enorme accumulo di capitali è uscito dal mercato edile, e questo porterà a un restringimento dello stesso. Secondo le stime degli esperti, per evitare una crisi legata a questo settore servirebbero 30 o 40mila miliardi di yuan (circa 5mila miliardi di euro).

Si tratta di un numero enorme rispetto ai 4mila miliardi di yuan stanziati dall’allora premier Wen Jiabao quando, nel 2008, cercò di riportare in pista l’economia. I numeri attuali sarebbero un fardello inflazionistico che l’economia e la società cinese non possono sopportare. Inoltre, con circa 10mila miliardi di yuan in fuga dalla Cina ogni anno, è impossibile pensare a uno stanziamento simile nel breve periodo. E la fiducia sul lungo periodo è risicatissima. Ecco la causa del calo del prezzo delle azioni sul mercato “della fiducia”.

Lo scopo di ogni unità economica è quello di mettere il proprio capitale, la proprietà, al sicuro prima che venga deprezzata. Ecco perché la fuga di capitali è irreversibile. Non dovremmo biasimare per questo fenomeno i consiglieri economici di Xi Jinping, perché la situazione è oramai del tutto fuori dal loro controllo. Questi economisti non possono mettere sul tavolo le complicate conseguenze che riversa sull’economia la situazione della politica interna.

Ad esempio l’instabilità delle politiche autocratiche: ecco una delle ragioni per cui i capitali scappano. Senza una riforma del sistema politico, la proprietà rimarrà concentrata nelle mani di una delle classi politiche più insicure del mondo. Che la situazione economica sia buona o cattiva, quando si presenta l’occasione queste persone cercheranno di salvare la maggior quantità di capitale possibile. E se possono manderanno al sicuro anche mogli e figli.

Un’altra ragione per la displasia del mercato cinese deriva dall’autoritarismo della politica. Un potere non controllato da nessuno è stato messo nelle mani di un piccolo gruppo di persone, che non possono mantenere la correttezza del mercato. Questo è vero sia in Cina che in quei Paesi del Terzo mondo retti da piccoli dittatori. Non è questione di essere o meno saggi: è una questione di regole.

Un altro esempio di questa verità viene proprio dalla perdita di valore del commercio verso l’estero e dall’anormale sviluppo infrastrutturale: se l’economia non fosse comandata da un regime autoritario, come potrebbe il mercato permettere queste deformità? Se i funzionari di ogni livello fossero responsabili nei confronti dei propri elettori, invece di fissare il retro dei propri superiori, perché dovrebbero sprecare una fortuna per fare carriera? Quando possono ottenere una promozione dal grande valore economico costruendo città-fantasma, perché non farlo?

I prodotti di qualità inferiore e quelli contraffatti che hanno inondato i mercati stranieri sono il frutto della collusione fra i politici e capitalisti di Cina e Stati Uniti. Senza la garanzia di un regime autocratico, questa politica che tratta ognuno come fosse cieco e inganna i popoli di entrambe le nazioni sarebbe mantenuta e implementata? Il settore manifatturiero cinese è deformato dalla bassa qualità, i consumatori americani sono ingannati e perdono il lavoro. A guadagnare sono soltanto politici senza scrupoli e capitalisti dal cuore nero, mentre la gente soffre.

Questa è la previsione per l’economia cinese nel nuovo anno. Il frutto amaro di decenni di deformità politica non può essere reso più dolce da qualche accademico. Xi Jinping sta bene nella sua posizione, ma deve ancora risolvere il problema. Mentre il popolo cinese continua a contribuire al benessere della nazione con il duro lavoro e le continue difficoltà di una vita infelice.

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