18/04/2011, 00.00
NEPAL – BHUTAN
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Il Bhutan pronto a negoziare il rimpatrio dei 50mila profughi dal Nepal

di Kalpit Parajuli
La decisione è frutto della visita in Nepal del premier bhutanese Jumgmi Y Thinley. Per i rifugiati le dichiarazioni sono solo un’operazione di facciata del governo per guadagnare consensi all’estero.
Kathmandu (AsiaNews) – Il governo del Bhutan si dice pronto ad affrontare il problema degli oltre 50mila rifugiati di etnia nepalese, da 20 anni in esilio nei campi profughi del Nepal. È quanto ha dichiarato Jugmi Y Thinley, Primo ministro bhutanese, al termine della sua visita in Nepal dal 14 al 16 aprile scorsi. Il premier ha dato la sua disponibilità a una nuova collaborazione con Kathmandu per il loro possibile rimpatrio, chiedendo però seri controlli all’interno dei campi per evitare l’ingresso in patria di criminali e terroristi.

Secondo i rifugiati, le aperture del governo di Timphu sono solo un’operazione di facciata per raccogliere il favore della comunità internazionale. "La verità è che le autorità bhutanesi non vogliono il nostro rimpatrio – afferma Tek Nath Rijal, leader dei rifugiati e attivista per i diritti umani – da solo il Nepal non è in grado fare pressioni sul governo. Il sostegno internazionale e il coinvolgimento dell'India sono la chiave per risolvere il problema ".

Il dramma dei profughi bhutanesi di etnia nepali si svolge fra il 1977 e il 1991, durante la campagna di nazionalizzazione portata avanti da re Jigme Singye Wangchuck per costruire uno Stato buddista privo di influenze esterne. In questi anni il re espelle oltre 80mila persone e fa incarcerare e torturare coloro che tentano di rimpatriare.

Nonostante l’apertura democratica avvenuta nel 2006, il Bhutan ha abbandonato per ben 15 volte il tavolo dei negoziati con il Nepal, denunciando la presenza di terroristi fra i rifugiati e rimandando al mittente appelli e lettere aperte di attivisti e associazioni per i diritti umani. Per evitare una catastrofe umanitaria la comunità internazionale  hanno accolto fra il 2009 e il 2010 oltre 30mila profughi.  

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