16/02/2012, 00.00
NEPAL
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Il Nepal verso la bancarotta per il no dei maoisti alle leggi Onu

di Kalpit Parajuli
Per evitare il carcere a molti leader maoisti, il partito di governo blocca i decreti legge anti-riciclaggio e antiterrorismo imposte ai Paesi membri dell'Onu. Il Paese rischia la messa al bando dei propri titoli di stato dai mercati internazionali e il blocco degli investimenti dei Paesi esteri.

Kathmandu (AsiaNews) - Il Nepal rischia la bancarotta e l'uscita dai mercati internazionali. Lo scorso 14 febbraio le frange estremiste del partito maoista hanno bloccato l'approvazione delle leggi sul controllo del riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo richieste dalla Financial Action Task Force (Fatf) dell'Onu. Il Paese rischia così di finire sulla lista nera dei Paesi che appoggiano il traffico illegale di denaro. Ciò provocherà il blocco degli investimenti esteri e la messa al bando dei titoli di Stato. A tutt'oggi solo Corea del Nord e Iran sono banditi.

L'Fatf  è un organismo internazionale creato dal g20 nato per aiutare i Paesi membri dell'Onu a combattere il riciclaggio di denaro sporco, il finanziamento del terrorismo e certificare la qualità degli scambi sui mercati finanziari. Gli Stati che fanno parte del Fatf sono obbligati a varare leggi e politiche adeguate ai requisiti richiesti, pena il blocco delle relazioni commerciali con gli altri Paesi.

Il Nepal è entrato a far parte del Fatf nel 2004. Nel 2008  l'allora governo maoista aveva promesso di approvare le leggi entro il 2010. La caduta del governo nel 2009 e il clima di instabilità hanno spinto il Fatf a concedere una proroga di due anni per completare l'iter di approvazione. I decreti in discussione riguardano:la mutua assistenza giudiziaria fra i Paesi, la firma del trattato per l'estradizione dei criminali internazionali e il controllo del crimine organizzato.

Dev Gurung, parlamentare dell'ala più intransigente del partito maoista, spiega che la leggi sulla mutua assistenza giudiziaria e sull'estradizione vincolano i Paesi in modo eccessivo, con gravi ingerenze da parte dei Paesi più ricchi. "Per questa ragione - aggiunge - noi non voteremo mai tali provvedimenti".

Secondo i leader del Congress Party,  partito conservatore,  il premier Bhattarai sta cercando di prendere tempo per proteggere gli ex guerriglieri, a scapito della situazione economica del Paese. Se entrassero in vigore le nuove leggi molti militanti maoisti potrebbero essere processati per reati di terrorismo e crimine organizzato.

Dharmaraj Spakota, della Nepal Rastra Bank afferma che "i maoisti non comprendono la gravità della situazione. Le leggi devono essere approvate altrimenti nessuno vorrà più investire nel nostro Paese". L'economista fa notare che il Nepal ha un'economia molto localizzata e isolata rispetto agli altri Paesi in via di sviluppo. La crescita del Prodotto interno lordo dipende in gran parte dalle rimesse dei lavoratori migranti e servono investimenti esteri per aumentare l'occupazione. 

Intanto, i continui scioperi della All Nepal Trade Federation (Antf), sindacato legato agli ex ribelli maoisti, bloccano la Unilever Nepal, azienda indiana specializzata nella produzione di cosmetici con oltre 200 dipendenti. Il 4 febbraio 115 operai dell'Antf (v. foto) hanno sbarrato senza preavviso le porte della fabbrica, chiedendo un nuovo aumento di salario. L'ultima trattativa è avvenuta nel 2010. Fonti interne alla Unilver affermano che l'azienda sta perdendo in media circa 40mila euro al giorno e rischia la chiusura.     

 

 

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