27/11/2004, 00.00
vaticano - turchia
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Il Papa e Bartolomeo I, dai santi un aiuto all'unità

Cerimonia ecumenica in San Pietro per la consegna delle reliquie dei Santi Gregorio Nazianzeno e Giovanni Crisostomo

Città del Vaticano (AsiaNews) - Un gesto nel cammino per l'unità dei cristiani per il Papa che "non si stancherà mai di cercarla "fermamente e risolutamente"; un "fraterno gesto" della Chiesa cattolica, per il patriarca ecumenico Bartolomeo I, col quale si dimostra "che non esistono nella Chiesa di Cristo problemi insormontabili". E' il senso che assume, nelle parole dei protagonisti, la solenne celebrazione ecumenica di oggi in San Pietro per la consegna delle reliquie dei Santi Gregorio Nazianzeno e Giovanni Crisostomo.

Canti greci e latini attorno ai preziosi reliquiari di alabastro, collocate dinanzi all'altare della Confessione sul quale l'uno accanto all'altro, erano seduti il Papa e Bartolomeo I, primo "in onore" tra tutti i patriarchi ortodossi, portate poi sull'altare per la "consegna". Reliquie di santi sia per Roma che per Costantinopoli, in quanto espressione della Chiesa indivisa, ma di particolare significato per gli orientali, in quanto Gregorio Nazianzeno e Giovanni Crisostomo sono stati entrambi arcivescovi di Costantinopoli e quindi predecessori di Bartolomeo, che ha definito "storico" il gesto di Giovanni Paolo II. Che da parte sua ha parlato di un "momento favorevole per unire alla loro intercessione la nostra preghiera, affinché i1 Signore affretti l'ora in cui potremo insieme, nella celebrazione della Santa Eucaristia, vivere la piena comunione, e contribuire così in modo più efficace a far sì che i1 mondo creda che Gesù Cristo è i1 Signore".

Ma Giovanni Paolo II, nel ribadire la sua volontà di impegnarsi per l'unità dei cristiani, ha anche riaffermato il suo ruolo nella comunità dei fedeli, esprimendo il suo "desiderio", "in risposta alla volontà del Signore, di essere servo della comunione nella verità e nell'amore".

Per Bartolomeo, che ha più volte lodato e ringraziato Giovanni Paolo II, quello odierno è "un atto sacro, che ripara un'anomalia e ingiustizia ecclesiastica''. "Per il ristabilimento della concordia e dell'unità - ha aggiunto - certamente pregano anche i due Santi, le cui reliquie ritornano alla loro sede. Poiché, come è noto, in vita, essi avevano molto lottato per l'unità della Chiesa nella fede e nella verità"'. "Siamo convinti - ha proseguito - che anch'Ella desideri fortemente il miglioramento delle relazioni interecclesiali". Nelle parole di Bartolomeo c'era anche eco di una disputa storica, perché il Patriarcato sostiene che le reliquie sono state portate a Roma dopo il sacco di Costantinopoli (1204), quindi in qualche modo, sottratte. "Ogni atto che rimargina vecchie ferite e ne previene di nuove - ha sottolineato Bartolomeo - contribuisce alla creazione dei presupposti necessari per continuare il dialogo della verità nell'amore".

Alla questione storica ha fatto cenno anche il portavoce vaticano Joaquin Navarro, negando che il gesto del Papa sia stato una richiesta di perdono per il sacco di Costantinopoli, e ricordando che, almeno per le reliquie di San Gregorio il Teologo, erano venerate a Roma già alla fine dell'VIII secolo. (FP)

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