19/11/2004, 00.00
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Il Papa: Chiesa d'Asia, sii testimone della tua fede

Portare pace dove ci sono conflitti, portare la croce dove non c'è libertà religiosa.

Città del Vaticano (AsiaNews) - I cattolici in Asia, "un piccolo gregge" al quale in alcuni Paesi è impedito di professare la fede, mentre in altri, specialmente in Medio oriente, crescono violenza e terrorismo, ma che, sull'esempio dei martiri del Continente, debbono saper diffondere il Vangelo, facendosi testimoni della loro fede. E' l'esortazione del Papa alle Chiesa d'Asia, fatta oggi nel discorso rivolto ai membri del Consiglio post-sinodale della Segreteria generale del Sinodo dei vescovi per l'Assemblea speciale per l'Asia.

In una "situazione multietnica, multireligiosa e multiculturale, dove il cristianesimo è troppo spesso visto come straniero" il dialogo, ha sostenuto il Papa, è un "modo caratteristico della vita della Chiesa in Asia". "Per annunciare in profondità il Vangelo in Asia – ha detto ancora Giovanni Paolo II - è necessario che tutti i credenti in Cristo compenetrino ogni aspetto della vita con la loro fede, imitando i santi e i martiri asiatici, che hanno reso alla fede cattolica l'estrema testimonianza del sangue".

Molti paesi dell'Asia sono guidati da governi atei o segnati dal fondamentalismo: in Cina, Vietnam, Iran, Indonesia, ecc.. ai cristiani non è concessa piena libertà religiosa. Su questo aspetto, il Papa ha aggiunto:"Specialmente dove essi soffrono e non sono liberi di professare la loro fede, occorre proclamare il Regno di Dio con una silenziosa testimonianza di vita, portando la croce e seguendo le orme di Cristo sofferente e crocifisso, nell'attesa paziente che venga il giorno in cui ci sarà piena libertà religiosa".

Dal canto suo, la Chiesa "intende contribuire alla causa della pace in Asia, dove vari conflitti e il terrorismo provocano la perdita di molte vite umane. Durante l'Assemblea speciale, i Padri sinodali hanno guardato con apprensione alla Terra Santa, 'cuore del cristianesimo' e cara a tutti i figli di Abramo. Purtroppo, in questi anni, i focolai di guerra sono andati allargandosi ed è pertanto urgente costruire la pace, impresa non facile che attende l'apporto di tutti gli uomini di buona volontà".

Pur conscio delle difficoltà, il Papa ha voluto incoraggiare i cattolici d'Asia, per i quali l'alta percentuale di giovani, che si registra nel Continente "rappresenta un motivo di ottimismo, per il futuro e una sfida per il presente: motivo di ottimismo perché le nuove generazioni, cariche di promesse, sono disponibili a dedicarsi totalmente a una causa; una sfida, perché i sogni non realizzati possono generare delusione, e coloro che li coltivano potrebbero venire facilmente strumentalizzati dai promotori di ideologie estreme".

Il fatto poi che "la Chiesa in Asia sia un 'piccolo gregge' non deve portare allo scoraggiamento, perché l'efficacia dell'evangelizzazione non dipende dai numeri. Dopo la Pentecoste, gli Apostoli e un numero limitato di discepoli sono stati inviati a predicare il Vangelo al mondo intero". "Continuino con fiducia i cristiani d'Asia – ha concluso - a seguire fedelmente Cristo; continuino a diffondere con ogni impegno il dono della sua pace e del suo amore". (FP)

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