09/11/2004, 00.00
VATICANO
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Il Papa: anche nell'Oceano indiano è necessario il dialogo interreligioso

Città del Vaticano (AsiaNews) - La difesa della famiglia, resa fragile dall'attuale evoluzione della società, l'impegno dei laici nella vita sociale e la "necessità" del dialogo interreligioso, ma anche di una solida dimensione spirituale per i vescovi, la "sfida delle vocazioni" e una appropriata formazione per i futuri preti. Sono, per il Papa, le "emergenze" che si trovano davanti i "pastori delle Chiese sparse nelle isole dell'Oceano Indiano", come lo stesso Giovanni Paolo II ha chiamato oggi i vescovi della Conferenza episcopale dell'oceano Indiano, ricevuti per la loro visita "ad limina" (il tradizionale incontro che ogni cinque anni i vescovi di tutti i Paesi hanno con il papa).

Nel suo discorso, Giovanni Paolo II ha anche invitato "il popolo cristiano a vivere l'Anno dell'Eucaristia, come un tempo forte di incontro con Cristo. Così – ha aggiunto – io spero che i fedeli scoprano in questo tesoro incomparabile la gioia e la felicità della presenza amante del Signore. Che vi gustino la bontà di Dio per gli uomini. Che tutti vi trovino luce e forza per la vita quotidiana nel mondo, nell'esercizio del loro lavoro, nelle situazioni più diverse, nella loro testimonianza di fede, così come per vivere pienamente la bellezza e la missione della famiglia".

Rivolgendosi a vescovi di territori nei quali vivono credenti di altre religioni, spesso anzi maggioranza, il papa ha poi raccomandato l'inculturazione della fede e il dialogo tra credenti di diverse fedi. "L'inculturazione del messaggio evangelico – ha sostenuto – è un compito di grande importanza, perché gli uomini e le donne di tutte le nazioni e di tutte le culture vadano all'incontro con Cristo e camminino sulle strade del Vangelo". Quanto al dialogo interreligioso, esso è  una "necessità" anche per il progresso dei popoli. "Perche' i popoli possano progredire - ha detto tra l'altro - il dialogo interreligioso è anche una necessità; in certe vostre isole i credenti di altre religioni sono numerosi, talvolta largamente maggioritari, e so che la presenza dei cristiani è generalmente ben accetta e apprezzata''. In queste situazioni, ha osservato il Papa, i cristiani "possono essere per gli uomini di buona volontà segni che indicano il cammino della fraternità e della concordia, testimoniando così il Vangelo''.

Nel raccomandare poi "attenzione alle famiglie", Giovanni Paolo II ha evidenziato che "nelle vostre regioni, come in numerose altre del mondo, i cambiamenti della società contribuiscono a rendere fragili le strutture familiari. Così è necessario ricordare il significato e il valore del matrimonio nel disegno di Dio. Le famiglie cristiane debbono essere autentici testimoni della presenza di Dio che le accompagna e le sostiene nella loro vita quotidiana". Per tutti i laici, infine, il Papa è tornato a ribadire l'importanza del loro impegno "nella costruzione della nazione".(FP)

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