23/05/2012, 00.00
CINA
Invia ad un amico

Il Partito non ha alcuna pietà per i “contro-rivoluzionari”

Malati, anziani o in carcere da decenni: il governo comunista continua a perseguitare chiunque abbia portato alla luce gli scandali legati alla politica o abbia chiesto, nel 1989, una riforma contro la corruzione e per la democrazia in Cina. I casi di Lu Jiaping e Li Yujun, ancora nel mirino delle autorità.

Pechino (AsiaNews) - Il governo cinese non ha alcuna pietà per i presunti "contro-rivoluzionari", anche se sono anziani o hanno già passato decenni in galera. Le autorità comuniste hanno rilasciato dopo 23 anni Li Yujun, arrestato in relazione con i moti democratici di piazza Tiananmen, ma gli hanno imposto altri 8 anni di regime di semi-libertà, costretto a controlli e con i diritti civili e politici quasi annullati. Ancora peggiore la situazione di Lu Jiaping, uno dei dissidenti più anziani della Cina, che a 71 anni è costretto a rimanere in galera nonostante una condizione medica quasi disperata.

Dopo la scarcerazione, le autorità di Pechino hanno imposto a Li - che oggi ha 45 anni - di presentarsi una volta al mese presso una stazione di polizia della capitale per "controlli". Inoltre, la pubblica sicurezza gli ha imposto di non lasciare mai Pechino per alcun motivo, concedere interviste o esprimere opinioni politiche "anche su internet". Il suo caso è stato portato alla luce dal Chinese Human Rights Defender, organizzazione che si occupa della situazione dei diritti umani in Cina.

Il crimine presunto per il quale il dissidente ha trascorso più della metà della sua vita in galera è il rogo di un carro armato nel distretto di Chaoyang, durante i moti del 1989: Li cercava di evitare che i soldati potessero raggiungere il centro della città. Nel gennaio del 1991, l'Alta corte del popolo di Pechino lo ha condannato a morte; nel 1993, la sentenza viene commutata in ergastolo e infine, nel 1996, in 20 anni di reclusione.

Il governo non ha invece revocato o ridotto la pena di Lu Jiaping, dissidente dell'Henan condannato a 10 anni di reclusione per aver "incitato alla sovversione contro il potere statale". L'uomo ha subito un attacco cardiaco in cella e si trova al momento in gravi condizioni di salute. Subito dopo l'attacco, le guardie della prigione di Shaoyang l'hanno prima ammanettato mani e piedi e soltanto dopo l'hanno trasportato in ospedale. Lu, 71 anni, soffre di diversi disturbi fra cui danni alle coronarie, necrosi dell'estremità del femore, diabete, colecisti e iperplasia della spina dorsale.

Il quadro clinico non ha convinto le autorità a rilasciarlo nonostante le continue richieste della sua famiglia. La Corte intermedia del popolo di Pechino lo ha condannato il 13 maggio 2011: molti ritengono che dietro alla sua condanna e alla fermezza nei suoi confronti ci sia l'attività con cui Lu ha svelato diversi scandali in cui erano coinvolti alti gradi del Partito. Il dissidente ha definito l'ex presidente Jiang Zemin "un traditore".

 

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Il Partito cambia il processo di “beatificazione” dei suoi eroi
21/02/2008
Con il processo agli avvocati, naufraga lo “stato di diritto” promesso da Xi Jinping
16/09/2016 15:29
La lobby degli intellettuali chiede più libertà. Gli sgambetti dei rivali di Xi Jinping
02/08/2016 16:35
Shanghai: stampa un giornale e viene condannato a 4 anni di carcere
04/08/2006
Cina, rilasciato uno dei fondatori del Partito democratico
09/05/2006


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”