01/08/2018, 09.05
CINA
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Il Politburo promette ‘crescita stabile’. Rellenta il settore manifatturiero

di Wang Zhicheng

Per la leadership vi sono “nuovi problemi e nuove sfide”: il debito, il rallentamento della crescita, la guerra dei dazi con gli Usa. Son previsti solo aggiustamenti marginali. Il Pmi (la crescita del manifatturiero) in luglio, sceso a 51,2, il valore più basso negli ultimi cinque mesi.

Pechino (AsiaNews) – Il Politburo, il vertice più alto del potere in Cina, promette di mantenere stabilità economica, cercando di ridurre il debito e di affrontare sfide quali il rallentamento della crescita e una sempre più aspra guerra dei dazi con gli Stati Uniti.

L’incontro del Politburo si è tenuto ieri sotto la presidenza di Xi Jinping. Alla fine è stata emessa una dichiarazione che parla di “nuovi problemi e nuove sfide” e di “ovvi cambiamenti nell’ambiente esterno”.

Nell’ultimo anno il Paese ha mostrato segni di rallentamento e allo stesso tempo è stato ridotto il volume di crediti che in passato sono serviti come stimolo all’economia. Questo ha portato difficoltà in molte aziende e ha fatto crescere le cosiddette “shadow banks”, per prestiti non ufficiali.

Il Politburo, facendo sue alcune linee tracciate dal Consiglio di Stato, ha dichiarato che potenzierà la riforma fiscale, cercherà di stabilizzare il mercato del lavoro, migliorerà il sistema finanziario e di commercio.

Nella dichiarazione si afferma che la Cina accrescerà investimenti in infrastrutture, sosterrà l’innovazione, ridurrà i costi aziendali e rivitalizzerà le campagne. Analisti contatti dalla rivista di economia Caixin hanno detto che la leadership non prevede grandi cambiamenti, ma solo aggiustamenti marginali.

Nel secondo trimestre, l’economia cinese è cresciuta del 6,7%, la crescita più bassa dal luglio-settembre 2016. Ieri, l’Ufficio nazionale di statistiche ha diffuso le cifre del Pmi (la crescita del manifatturiero) in luglio, caduto a 51,2, il valore più basso negli ultimi cinque mesi.

Fra le ragioni di questo rallentamento, l’Ufficio elenca “condizioni di tempo sfavorevole”, che hanno portato alcune fabbriche e miniere a fermare la produzione, e la volatilità del valore dello yuan, insieme alle crescenti frizioni nel commercio internazionale, che hanno causato una riduzione dell’export e dell’importazione di materie grezze.

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