09/11/2012, 00.00
TIBET – CINA
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Il Tibet è “fiducioso, ma cauto” verso l’elezione di Xi Jinping a nuovo presidente cinese

di Nirmala Carvalho
Mentre un altro tibetano si è dato fuoco contro il regime di Pechino, il Congresso del Partito comunista cinese prosegue. Penpa Tsering, presidente del Parlamento tibetano in esilio, parla di Xi Jinping, e di cosa (e come) potrebbe cambiare per i tibetani con la sua elezione a presidente della Cina.

Lhasa (AsiaNews) - È alta la tensione nella provincia di Qinghai, dopo che cinque tibetani si sono dati fuoco per chiedere il ritorno del Dalai Lama in Tibet e la fine del regime cinese. Pechino ha inviato unità paramilitari nella contea di Rebgong, per contenere una protesta di migliaia di persone a Rongwo. La dimostrazione ha preso corpo dopo che un sesto giovane di 18 anni, Jinpa, ha deciso di darsi fuoco davanti al monastero della prefettura di Huangnan. Con il suo gesto, sono 69 i tibetani autoimmolatisi per la libertà del loro Paese, del loro popolo e della loro guida spirituale. Fonti locali raccontano che la polizia cinese avrebbe minacciato i manifestanti alla condanna a due anni di prigione se avessero compiuto telefonate internazionali per avvisare di quanto stava accadendo. Le immolazioni sono avvenute in contemporanea con l'apertura del 18mo Congresso del Partito comunista cinese (Pcc), che sancirà la conclusione del governo Hu Jintao e la nascita della "Quinta generazione" di leader. AsiaNews ha intervistato Penpa Tsering, presidente del Parlamento tibetano in esilio, su Xi Jinping, attuale vicepresidente indicato come futuro leader della nuova classe politica cinese, e su quali effetti potrebbe avere la sua elezione per il popolo tibetano.

Cosa pensa della probabile elezione di Xi Jinping a nuovo presidente della Cina?

Ogni cambiamento di leadership che scelga personalità più giovani è positivo, in qualunque società del mondo. Per questo, confidiamo nell'elezione di Xi Jinping a nuovo presidente. Certo, stiamo aspettando e osservando, ma siamo comunque fiduciosi: non solo per la risoluzione della questione tibetana, ma anche per il futuro della popolazione cinese.

Per quanto riguarda il futuro del popolo tibetano - che è ancora schiacciato -, è ancora troppo difficile dire se questa nuova leadership avrà effetti positivi. Come tibetani speriamo per il meglio, ma siamo cauti. Le nostre speranze sono anche per i nostri fratelli e sorelle cinesi, perché questa nuova classe dirigente infonda una visione fresca, che contempli e rispetti le libertà internazionali per la popolazione cinese. I nuovi leader della Cina devono inaugurare un'era di maggiore trasparenza, libertà, democrazia, e un miglior Stato di diritto.

Durante la Rivoluzione culturale, Xi Jinping era un bracciante. Questo ha qualche valore?

Ci sentiamo incoraggiati dal fatto che Xi Jinping abbia conosciuto le realtà di base della Cina. Lui stesso ha dovuto affrontare molti problemi, quindi conosce di persona le sofferenze, le difficoltà e il dolore della gente.

Cosa ci può dire dei dialoghi tra Cina e Tibet?

Siamo molto preoccupati che non ci siano stati più dialoghi dal 2010, e che i nove anni precedenti di colloqui non abbiano portato risultati concreti. Con questa elezione, speriamo che possano riprendere nuovi negoziati.

Ci spieghi la questione tibetana

La questione tibetana è la questione, che il popolo, il governo e la classe politica cinese non possono ignorare. Sua santità il Dalai Lama è stato molto chiaro: ci concentriamo sul futuro e non sul passato; accetteremo un'autonomia generale per l'intera area in cui vivono i tibetani, e i cinesi devono rispettare modi di vivere, lingua, cultura, religione e identità tibetane.

La leadership cinese deve risolvere al più presto l'attuale situazione in Tibet, e cercare una soluzione duratura alla questione tibetana, basato sull'Approccio della Via di mezzo insegnato da Sua santità il Dalai Lama. 

 

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