04/09/2015, 00.00
CINA-VATICANO
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Il card. Zen sull’ordinazione episcopale di Anyang

di card. Joseph Zen Ze-kiun
Il vescovo emerito di Hong Kong analizza quanto è avvenuto lo scorso 4 agosto, durante l’ordinazione di mons. Giuseppe Zhang Yinlin. Per il card. Zen vi è troppa “arrendevolezza” davanti alle pretese del regime cinese.

Hong Kong (AsiaNews) – Riceviamo questa opinione del card. Zen, pubblicata sul suo blog col titolo originario di “Sembra che siano sicuri di avermi messo a tacere per sempre”. Il porporato analizza alcuni fatti legati all’ordinazione e alcune interpretazioni emerse dopo il gesto. Molta stampa italiana e internazionale ha osannato come una cosa nuova e promettente di tanti progressi nel rapporto Vaticano- Cina. Per la cronaca dell’ordinazione, v. qui. Cfr. anche l’editoriale del direttore di AsiaNews.

Vedendo il recente articolo di Gianni Valente sul sito del Vatican Insider (articolo 42718), faccio una stranezza, scrivendo un articolo in italiano sul mio blog che è per i lettori cinesi.

C’è stata un’ordinazione episcopale il 4 agosto in Cina, ed io non mi sono pronunciato al riguardo. Ho visto la relazione di UCAN [agenzia cattolica sull’Asia con base a Bangkok- ndr] piuttosto positiva. Con mia meraviglia, AsiaNews, che normalmente è severa con il governo di Pechino, questa volta si mostra felice dell’evento (forse sul cuore di Padre Bernardo Cervellera ha giocato il fatto che la diocesi di An Yang era affidata al PIME e i PIME conoscono l’ordinato come un prete buono e degno di essere fatto pastore della diocesi). Perfino il mio amico, il sempre equilibratissimo reporter Gerard O’Connell, si mostra entusiasta, anzi, vede l’avvenimento come un buon augurio per cose che verranno.

Davanti a queste voci positive ho creduto bene di non esprimere pubblicamente le mie perplessità. Ma ora che mi capita di vedere l’articolo di Gianni Valente, le mie perplessità sono diventate vere preoccupazioni.

Alla fine del suo articolo, Gianni Valente ha messo il cacio sui maccheroni. Ha citato il solito Paolo Kan, il quale dice: “Anche nella comunità clandestina si manifesta una evidente malsopportazione di quei signori che dal di fuori si atteggiano come giudici della nostra fedeltà alla Chiesa”, una frecciata diretta al sottoscritto.

Ma perché questo attacco completamente gratuito? Forse sono sicuri di avermi già messo a tacere per sempre? Ovviamente hanno sbagliato. Io sono debole. Come faccio a resistere quando mi stuzzicano in tale maniera? Apro la bocca di nuovo, però farò non delle affermazioni, ma delle domande, alle quali spero di ricevere risposta.

È stata veramente tutta a posto questa ordinazione?

  1. Il candidato è stato approvato dal Papa? Come lo si può sapere? AsiaNews dice che è stato approvato già nel 2009, ma la Radio Vaticana dice che è stato nominato ed approvato il 28 aprile 2015. Ad ogni modo, il governo cinese dice che è stato eletto il 29 aprile (non ammetteranno mai che hanno fatto eleggere il candidato perché già approvato dal Papa).
  2. Tutti i consacranti sono legittimi? Il vescovo di Xuzhou era stato ordinato illegittimamente. Quando è stato legittimato? Ha fatto qualche dichiarazione in pubblico? Ha il Vaticano fatto qualche pronunciamento?
  3. Il rito dell’ordinazione è quello deciso dal governo, inclusa la nomina da parte della cosiddetta Conferenza Episcopale, la quale lede gravemente il diritto del Romano Pontefice. Come può essere motivo di tanta esultanza da parte dei nostri?

Del resto Gianni Valente è molto confuso:

  • Dice che la cerimonia era stata “concordata dalle due parti”;
  • Dice poi che è quella “usata, in simili circostanze, fin dal 2004”;
  • Dice infine che in quegli anni le due parti “tacitamente riconoscevano questa formula come una soluzione provvisoria”.

È stata (espressamente) “concordata tra le due parti” oppure è stata “tacitamente accettata”? Non sembra si tratti del primo caso. Non si è risaputo niente di simile. Nel secondo caso, siccome è il governo che decide per il rito, sarebbe più esatto dire che il rito è stato tacitamente accettato dalla Santa Sede, anzi, ancor più esattamente, tollerato a malincuore. Allora, che motivo c’è di rallegrarci?

 

4. Quando poi si connette tutto questo con i “contatti avuti in questi tre anni” e coll’avvento di Papa Francesco e si presenta questa ordinazione come l’inizio di un nuovo corso, questo mi fa semplicemente paura. Vorrebbe dire che si andrà avanti con le “elezioni democratiche” e colla lettura del decreto di nomina della Conferenza Episcopale? Non si vende così agli atei il vero diritto del Papa di nominare i vescovi?

Ma si dirà: “Si sa che l’unico candidato per essere votato è stato già approvato dal Papa e la bulla di nomina si legge in sacrestia”. Ma questo non è ciò che si suggeriva al vecchio Eleazaro e che lui ha rifiutato di fare a costo della sua vita? (2 Maccabei 6:21ss) Il popolo non avrà diritto di scandalizzarsi davanti a tale ambiguità?

L’ultima cosa che voglio dire è che mi fa sospettare anche mancanza di buona fede quando qualcuno cerca di manipolare l’autorità di Papa Benedetto citando a metà una affermazione della sua Lettera del 2007 alla Chiesa che è in Cina. Alla fine del paragrafo 4 della Lettera, Papa Benedetto dice: “... la soluzione dei problemi esistenti non può essere perseguita attraverso un permanente conflitto con le legittime autorità civili; (Gianni Valente si ferma qui, ma la Lettera continua immediatamente) nello stesso tempo, però, non è accettabile una arrendevolezza alle medesime quando esse interferiscono indebitamente in materia che riguarda la fede e la disciplina della Chiesa”.

È triste constatare che davanti a tanti atti prepotenti contro la dottrina e la disciplina della Chiesa c’è un tale “arrendevole” silenzio.

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