20/11/2016, 12.19
VATICANO-SIRIA
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Il card. Zenari al Papa: Chiesa della Misericordia dove milioni sono “lasciati morti o mezzi morti”

di Card. Mario Zenari

Nell’indirizzo di saluto al pontefice, il neo cardinale, nunzio apostolico in Siria, traccia alcune linee del pontificato di papa Francesco e l’impegno della Chiesa nell’essere “Buon Samaritano” in molte parti della terra, vivendo la gioia della fede e il martirio.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Riportiamo il testo integrale dell’indirizzo di saluto che il neo cardinale Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria, ha rivolto ieri a papa Francesco in occasione del Concistoro pubblico nella basilica di san Pietro, dove lo stesso Zenari e altri 16 vescovi e sacerdoti hanno ricevuto la berretta cardinalizia. Per gentile concessione dell’autore.

Beatissimo Padre,

Le siamo vivamente riconoscenti per averci insigniti di un particolare titolo di comunione con la Chiesa di Roma, che, secondo la celebre espressione di S. Ignazio di Antiochia, "presiede alla comunione della carità"(Lettera ai Romani, 1,1).

Ci ha chiamati da tutti i continenti: della regione considerata come la "culla del cristianesimo" e dove per la prima volta i discepoli furono chiamati cristiani (At 11, 26); delle giovani e dinamiche Chiese; dal vecchio continente c dal nuovo mondo. Segno eloquente dell'universalità della Chiesa nelle sue varie e belle espressioni dell'unica fede.

Veniamo da varie esperienze ecclesiali: servizio della Santa Sede, ministero pastorale, coraggiose testimonianze di fede.

Da quando Vostra Santità ha aperto la Porta Santa della Cattedrale di Bangui (Repubblica Centroafricana) e di questa Basilica, ha continuato a risuonare in tutte le Cattedrali del mondo, e a propagarsi come un'onda gioiosa e benefica, il motto evangelico "Misericordes sicut Pater" (Le 6,27), ed è ovunque riecheggiata la lode di Dio per la sua infinita misericordia, assieme al rinnovato impegno della pratica delle opere di misericordia corporali e spirituali.

La Chiesa si è sentita più volte invitata dalla Santità Vostra a essere "Chiesa in uscita", ad andare nelle più disparate periferie esistenziali, a portare con coraggio in tutti gli angoli della terra la luce della Fede (Lumen Fidei), il lieto annuncio del Vangelo (Evangelii gaudium); a proclamare e testimoniare la gioia dell'amore famigliare, unitamente al balsamo della misericordia (Amoris laetitia), a far risuonare il cantico delle creature (Laudato si) e a camminare sulla strada del dialogo ecumenico e interreligioso.

Vostra Santità ha più volte ricordato l'eroica testimonianza di fede, fino all'effusione del sangue, di tanti nostri fratelli e sorelle in diverse parti del mondo: più numerosi oggi, ha sottolineato, che all'inizio del cristianesimo. La Chiesa di Cristo, come dice S. Agostino, prosegue il suo pellegrinaggio fra le "persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio" (S. Agostino Civ. Dei XVIII, 51, 2. in Lumen Gentium 1). È l'amata visitata dal Diletto allorché il suo capo è "bagnato di rugiada e i suoi riccioli di gocce notturne" (Ct 5, 2), ovvero secondo il commento di S. Ambrogio a questo passo del Cantico dei Cantici, quando il suo corpo soffre (Commento sul Salmo 118 in Liturgia delle Ore, III, pag. 445). E così la Chiesa, pur rivestita di umana fragilità, appare "sicut sponsa ornata monilibus suis"(Is. 61, 10), sposa adorna dei suoi gioielli, tra i quali la porpora del martirio.

E’ la Chiesa "Buon Samaritano", ricorda ancora Vostra Santità, che si china sull'uomo d'oggi, spesso "malcapitato" e lasciato mezzo morto sul ciglio della strada, ferito nel corpo e nello spirito, chiamata a curare e a versare sulle sue ferite l’"olio e vino" della divina compassione.

Santo Padre, qualcuno di noi viene da luoghi dove molti, milioni, sono i "malcapitati", adulti e bambini, lasciati morti o mezzi morti sulle strade dei loro villaggi e quartieri, o sotto le macerie delle proprie case e scuole, a causa di efferate violenze e di sanguinosi, disumani e inestricabili conflitti, le cui tragiche conseguenze ricadono assai spesso sulle inermi popolazioni civili, causando immani sofferenze e catastrofi umanitarie di enormi proporzioni. Alcune regioni del mondo sono divenute cosi luoghi di esercizio delle opere di misericordia a tutto campo per tanti "Buoni Samaritani": Chiese, organizzazioni umanitarie, persone di ogni credo o semplicemente mosse da sentimenti di umana compassione.

In Lei, successore di Pietro, vediamo con viva riconoscenza non solo la "sollicitudo omnium ecclesiarum", ma altresì l’instancabile opera per la cessazione della violenza e delle guerre in varie parti dcl mondo, per la riconciliazione e la pace, l'accoglienza dei rifugiati, la solidarietà tra le Nazioni e lo sviluppo integrate dei popoli.

Sorretta dalla grazia dell'Anno Giubilare, dono di Vostra Santità ai fedeli di tutto il

mondo, la Chiesa continuerà, con rinnovato slancio, a cantare con il salmista:

"Misericordias Domini in aeternum cantabo"(Sal 89), sotto lo sguardo misericordioso della "Mater Misericordiae".

Grazie Santo Padre!

Roma, 19 novembre 2016

+ Mario Zenari Nunzio Apost

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