26/03/2004, 00.00
corea del sud
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Il destino del presidente Roh

di Pino Cazzaniga, PIME

La Corte Costituzionale si sta radunando in questi giorni per decidere la destituzione del presidente, dopo il suo impeachment votato all'Assemblea Nazionale. Il nostro corrispondente da Seoul ci offre un'analisi dei retroscena, nell'imminenza delle elezioni coreane.

Seoul (AsiaNews) - La sera del 20 marzo il viale a dieci corsie che collega il Municipio all'antico palazzo imperiale nel centro di Seoul è stato gremito da oltre 130.000 cittadini radunati per esprimere il loro appoggio al presidente Roh Moo-hyun (pr. Noh Mu-hyun). Contemporaneamente in altre 48 città della nazione si sono tenute simili dimostrazioni.

In Corea le assemblee pubbliche nelle strade dopo il tramonto del sole sono illegali, ma i 50.000 poliziotti mobilitati in tutto il paese si sono limitati a rimanere all'erta per prevenire eventuali scontri con le fazioni contrarie..

"Annullare l'impeachment", "salvare la democrazia" sono stati gli slogan che la folla ripeteva agitando fiaccole ritmicamente. Il massiccio assembramento è stato l'espressione più impressionante di un terremoto politico che ha scosso la nazione il 12 marzo e il cui epicentro va localizzato nel palazzo del parlamento. Quella mattina 193 deputati dei partiti d'opposizione hanno votato una mozione per la destituzione del capo dello stato.

La colpa del presidente

Il 24 febbraio Roh Moo-hyun rispondendo a una domanda di un giornalista ha espresso il suo appoggio al partito Uri (significa "Noi" ) per le prossime elezioni politiche che si terranno il 15 aprile. É questa la buccia di banana che lo ha fatto scivolare. La legislazione elettorale esige dal capo dello stato neutralità. Un peccatuccio giuridico, un'espressione ingenua da parte di un uomo che ancora non possiede l'astuzia del linguaggio politico o l'abilità di quello diplomatico. Comunque non una mancanza tale da richiedere un provvedimento così grave. Così pensano la maggior parte degli analisti.

Ma la procedura amministrativa è stata corretta e il presidente del parlamento, preso atto che la maggioranza dei due terzi dei voti a favore dell'impeachment era stata ampiamente superata, ha dichiarato il presidente sospeso da tutti i poteri che da quel momento sono stati assunti dal primo ministro Goh Kun. Roh, che stava presiedendo una cerimonia per la promozione dei cadetti militari, ha accolto la notizia con calma e , senza rilasciare alcuna dichiarazione, è ritornato alla Casa Blu, la residenza ufficiale. Egli, infatti, è "sospeso" ma non "destituito". Lo sarà se la Corte costituzionale entro 180 giorni avvallerà il voto del parlamento.

Triste giornata nella storia della democrazia

Alla calma del presidente fa da contrasto l' incredulità del corpo diplomatico, il giudizio severo degli analisti e la rabbia della popolazione.

La votazione in favore dell'impeachment è stato "un atto imperdonabile dei parlamentari dell'opposizione. Esso sarà ricordato nella storia della Corea come un atto d'infamia e le generazioni future lo ricorderanno come la versione del ventunesimo secolo della lotta di fazioni interne che hanno portato alla fine della dinastia Choson e all'asservimento al Giappone (1910)", cosi' ha ha scritto Kim Jon-han, docente di scienze politiche . "Il 12 marzo sarà ricordato come il giorno più umiliante nella storia della Corea del sud. Non penso che ci sia un'altra nazione nel mondo che rimuova il suo presidente per motivi così banali" ha dichiarato Chung Dong-young, presidente del partito Uri.

L'indignazione della gente oltre che nelle dimostrazioni si è manifestata nelle inchieste dei grandi quotidiani. Non solo nella capitale ma in tutta le nazione, anche nelle regioni tradizionalmente favorevole ai due grandi partiti dell'opposizione, 7 cittadini su 10 risultano contrari all'impeachment. È la prima volta che viene superato il regionalilsmo, malattia endemica della democrazia coreana.

Cupidigia di potere e interesse del paese

Anche l'associazione nazionale degli avvocati si è espressa a favore del presidente perchè non sembra che ci sia una trasgressione legale o, comunque, di tale entità da giustificare quella mozione parlamentare. Il motivo reale che ha spinto 193 deputati a compiere un atto così grave non è di natura giuridica ma politica: sbarazzarsi di un presidente riformista.che non proviene dalle loro file.

Roh Moo-hyun ha vinto le elezioni presidenziali grazie al massiccio sostegno del partito democratico del millennio (MDP). Ironicamente è stato proprio questo partito che ha presentato la mozione di sfiducia. Come mai? Riteniamo che una spiegazione del paradosso, se non proprio la principale, vada cercata nella cultura confuciana che ancora domina la psicologia dei politici della vecchia generazione. L'anziano non può sottostare al giovane, l'apprendista deve assoluta sottomissione al maestro. Roh quando si è candidato per le elezioni presidenziali non era nè un politico ne' un veterano. Era un avvocato che, animato da idee riformiste, esercitava la professione al servizio delle classi sociali povere. Il candidato a lui opposto era il presidente del grande partito nazionale (GNP), il partito di maggioranza. Il brillante avvocato dei poveri lo ha vinto per poche migliaia di voti.

Accortosi di non aver l'appoggio del parlamento per realizzare le riforme programmate, Roh incautamente l'anno scorso ha minacciato di appellarsi a un referedum popolare. Il GNP e l'MDP, considerata la mossa del presidente come atto di debolezzza, si sono coalizzati per giungere a una soluzione radicale. Quella del 12 marzo.

Evitata la paralisi governativa e la catastrofe economica

"L'assurdità della situazione è pari all'incompetenza e immaturita' democratica dei politici che l'hanno resa possibile" si è letto in un editoriale del The Korea Herald. La situazione non era solo assurda ma anche pericolosa. Nonostante la sorda opposizione dei parlamentari, Roh, al governo da solo un anno, aveva ottenuto successi specialmente nel risanamento dell'economia Ora a causa dell'impeachment, premessa di instabilità politica e sociale, si profilava l'incubo di un crollo economico di dimensioni catastrofiche molti investitori esteri hanno interrotto il flusso di capitale.

Grazie ai collaboratori che Roh si era scelti l'instabilità politica e il collasso eonomico sono stati evitati. Il primo ministro, Goh Kun, provetto veterano nell'amministrazione, senza perdere un minuto di tempo e con fermezza ha mobilitato tutti i ministri continuando la politica del presidente destituito e il ministro delle finanze, Lee Hun–jan, con abili mosse di convincimento è riuscito a ridare fiducia agli investitori.

L'impeachment gioca a favore del presidente

"Roh non avrebbe potuto chiedere un dono migliore dell'impeachment", scrive Mike Weisbart, analista politico.. Il motivo è semplice: le elezioni politiche programmate per il 15 aprile risulteranno, virtualmente, un referendo sulla fiducia al presidente "sospeso".

Il destino di Roh Moo-hyun ora dipende dal verdetto di due tribunali: quello della Corte costituzionale e quello dei cittadini. È opinione diffusa tra gli specialisti di scienze politiche e giuridiche che il secondo condizionerà il primo. Innanzitutto perchè e' improbabile che i giudici costituzionali emettano un verdetto prima delle elezioni. E poi perchè trattandosi di materia politica e non penale i giudici non possono non tener conto della la volontà popolare. Nella Corea del Sud il presidente è eletto dai cittadini

E questa volontà si è gia' virtualmente espressa. Nel settembre dell'anno scorso un gruppo di deputati, decisi sostenitori di Roh, sono usciti dal Partito democratico del Millennio per formare il nuovo partito Uri ("Noi"). Partito vivace  ma di evidente minoranza: 47 seggi su 271. Il giorno dell'infelice votazione parlamentare contro il presidente hanno tentato di impedirla bloccando al presidende del parlamento l'accesso al suo seggio. Metodo poco democratico, a dire il vero. Le forze dell'ordine li hanno dovuti rimuovere uno per uno. Tuttavia si profila un capovolgimento di maggioranza: da inchieste giornaliste condotte dopo l'impeachment il consenso popolare dell'Uri è del 40%, quello del GNP è sceso al 15%, e quello del MDP al 5%!

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