10/03/2015, 00.00
ISRAELE
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Il discorso di Netanyahu al Congresso: solo propaganda politica

di Uri Avnery
Davanti al Parlamento americano, il premier israeliano ha pronunciato parole prive di contenuti rilevanti. L'unico obiettivo è attirare l'attenzione sul suo partito in vista delle elezioni del 17 marzo. Il negoziato sulle armi nucleari iraniane è la migliore soluzione possibile. Israele e Iran entrambi minacciati dall'ascesa dello Stato islamico.

Tel Aviv (AsiaNews) - All'improvviso mi ha ricordato qualcosa. Stavo guardando "Il Discorso" di Binyamin Netanyahu di fronte al Congresso degli Stati Uniti. Fila dopo fila di uomini in completo (e qualche rara donna), che saltavano in piedi su e giù, su e giù, applaudendo all'impazzata, con grida di approvazione.

Sono state le grida a ricordarmelo. Dove lo avevo sentito prima? E poi mi è venuto in mente. Era un altro Parlamento a metà degli anni Trenta. Il leader stava parlando. File su file di membri del Reichstag lo ascoltavano incantati. Ogni due minuti saltavano in piedi e gridavano il loro sostegno.

Di sicuro il Congresso degli Stati Uniti d'America non è il Parlamento tedesco. I suoi membri indossano dei completi scuri, non delle camicie marroni. Essi non gridano "Heil", ma qualcosa di incomprensibile. Ma il suono delle grida ha avuto lo stesso effetto. Abbastanza scioccante.

Ma poi sono tornato al presente. Lo spettacolo non era terribile, bensì ridicolo. Qui c'erano i membri del più potente Parlamento del mondo che si comportavano come un branco di stupidi.

Nulla di simile sarebbe potuto accadere nella Knesset. Io non ho una grande opinione del nostro Parlamento, nonostante ne abbia fatto parte. Ma, paragonata a questa assemblea, la Knesset può essere considerata come la realizzazione del sogno platonico.

La stessa cosa si può dire a proposito del "Discorso".

Cosa conteneva? L'Olocausto, di certo, con quell'impostore morale  di Elie Wiesel [scrittore statunitense di origine ebraica, sopravvissuto all'Olocausto, ndr], che sedeva in galleria alla destra della raggiante Sarah'le, visibilmente compiaciuta per il trionfo del marito. (Pochi giorni prima aveva gridato al marito del sindaco in Israele: "Il tuo uomo non raggiunge nemmeno le caviglie del mio!")

Il "Discorso" ha accennato al Libro di Esther sulla salvezza degli ebrei persiani dal malvagio ministro Haman, che voleva cacciarli dall'impero. Nessuno sa come questa discutibile storia sia finita nella Bibbia. Dio non è menzionato, non ha niente a che fare con la Terra Santa e la stessa Esther è più una prostituta che una eroina. Il libro termina con un omicidio di massa da parte degli ebrei a danno dei persiani.

Il "Discorso", come tutti i discorsi di Netanyahu, è basato in gran parte sulle sofferenze degli ebrei nel corso dei secoli e sui propositi malvagi degli iraniani - i nuovi nazisti - per sterminarci. Ma questo non accadrà, perché questa volta c'è Binyamin Netanyahu a proteggerci. E i repubblicani americani, ovviamente.

È stato un buon discorso. Non si può pronunciare un cattivo discorso quando centinaia di ammiratori pendono dalle labbra dell'oratore e applaudono ogni secondo. Ma non entrerà nell'antologia dei più grandi discorsi del mondo.

Netanyahu si considera un secondo Churchill. In effetti, Churchill è stato l'unico leader straniero prima di Netanyahu a parlare davanti a entrambe le camere del Congresso americano per tre volte. Ma Churchill era andato a consolidare la sua alleanza con il presidente degli Stati Uniti Franklin Delano Roosevelt, che aveva un ruolo fondamentale nello sforzo bellico della Gran Bretagna, mentre Netanyahu è venuto a sputare in faccia all'attuale presidente.

Cosa non conteneva il "Discorso"?

Nemmeno una parola sulla Palestina e sui palestinesi. Non una parola sulla pace, la soluzione dei due Stati, la Cisgiordania, la Striscia di Gaza, Gerusalemme. Non una parola sulla segregazione, l'occupazione, gli insediamenti. Nemmeno sulla capacità nucleare di Israele.

Nemmeno un riferimento, ovviamente, all'idea di istituire una regione libera dalle armi nucleari, con ispezioni reciproche.

In effetti, non c'è stata proprio alcuna proposta concreta. Dopo aver denunciato il cattivo accordo in corso [sul nucleare iraniano, ndr], e aver insinuato che Barack Obama e John Kerry sono creduloni e idioti, non ha offerto alcuna alternativa. Perché? Io credo che il testo originale del "Discorso" contenesse molti temi. Nuove feroci sanzioni contro l'Iran, la richiesta della distruzione totale di tutti gli impianti nucleari iraniani e l'inevitabile epilogo: un attacco congiunto di Israele e Stati Uniti.

Tutto questo è stato lasciato fuori dal discorso. Senza mezzi termini lo staff di Obama lo aveva avvertito che se avesse rivelato i dettagli del negoziato sarebbe stato considerato come un uomo che tradisce la fiducia. I suoi ospiti repubblicani lo avevano avvisato che il pubblico americano non era dell'umore adatto per sentir parlare di un'altra guerra.

Cosa è rimasto? Una noiosa relazione su negoziati ben noti. Era l'unica parte noiosa del discorso. Per alcuni minuti nessuno si è alzato in piedi, nessuno ha gridato in segno di approvazione. Elie Wiesel è stato inquadrato mentre dormiva. Sheldon Adelson, la personalità più importante nella sala e padrone dei repubblicani al Congresso, così come di Netanyahu, non è stato nemmeno inquadrato. Ma lui era lì, a osservare da vicino i suoi servitori.

Ad ogni modo, cosa è accaduto alla guerra di Netanyahu?

Vi ricordate quando le Forze di Difesa israeliane stavano per far esplodere l'Iran in mille pezzi? Quando l'esercito degli Stati Uniti stava per "eliminare" tutti gli impianti nucleari iraniani?

I lettori di questa rubrica dovrebbero anche ricordare che qualche anno fa io gli ho assicurato che non ci sarebbe stata nessuna guerra. Senza se e senza ma. Non uno spiraglio di ritrattazione. Io avevo affermato che non ci sarebbe stata la guerra, punto.

Diverso tempo dopo, tutti gli ex capi militari e dei servizi segreti si sono espressi contro la guerra. Benny Gantz, Capo di Stato maggiore dell'esercito, ha terminato il suo mandato la scorsa settimana e ha rivelato che non è mai stato stilato alcun ordine operativo per attaccare gli impianti nucleari iraniani.

Perché? Perché tale operazione avrebbe portato alla catastrofe mondiale. L'Iran avrebbe subito chiuso lo Stretto di Hormuz - largo poche dozzine di miglia - da cui passa circa il 35% del petrolio estratto in mare a livello mondiale. Ciò avrebbe significato un immediato collasso economico di tutto il mondo.

Per riaprire lo stretto e mantenerlo aperto, si sarebbe dovuto occupare buona parte del territorio dell'Iran con una guerra di terra, cioè truppe schierate sul campo. Perfino i repubblicani rabbrividiscono al solo pensiero.

Le capacità militari israeliane sono ben lontane da una tale impresa. E, di sicuro, Israele non può sognare di iniziare una guerra senza l'esplicito consenso dell'America.

Questa è la realtà. Senza troppi discorsi. Perfino i senatori americani riescono a vedere la differenza.

Il pezzo forte del "Discorso" è stato la demonizzazione dell'Iran. L'Iran è l'incarnazione del diavolo. I suoi leader sono dei mostri sovrumani. I terroristi iraniani sono a lavoro in tutto il mondo per pianificare stragi mostruose. Essi stanno costruendo dei missili balistici intercontinentali per distruggere gli Stati Uniti.

Subito dopo aver ottenuto le testate nucleari - ora o tra 10 anni - essi annienteranno Israele.

In realtà, la capacità di reazione israeliana, basata sui sottomarini forniti dalla Germania, potrebbe annientare l'Iran in pochi minuti. Una delle più antiche civiltà della storia scomparirebbe all'improvviso. Gli ayatollah dovrebbero essere pazzi per fare una cosa del genere.

Netanyahu finge di credere che essi lo siano. Israele sta conducendo da diversi anni una lodevole mediazione con il governo iraniano sull'oleodotto Eilat-Ashkelon, che attraversa il territorio israeliano ed è costruito da un consorzio tra i due Paesi. Prima della Rivoluzione islamica l'Iran era il più forte alleato di Israele nella regione. Appena dopo la rivoluzione, Israele ha fornito all'Iran delle armi per combattere contro l'Iraq di Saddam Hussein (il famoso "affare Irangate"). E se si torna a Esther e ai suoi sforzi sessuali per salvare gli ebrei, perché non ricordare Ciro il Grande, che ha permesso ai prigionieri ebrei della Giudea di tornare a Gerusalemme?

L'attuale leadership iraniana, a giudicare dal suo comportamento, ha perso molto del suo iniziale fervore religioso. Si sta comportando in modo molto razionale - a differenza di quello che dice -, sta portando avanti dei difficili negoziati così come ci si sarebbe aspettato dai persiani, consapevoli del loro immenso patrimonio culturale persino più antico di quello giudaico. Netanyahu ha ragione nel sostenere che non ci si deve fidare di loro ad occhi chiusi, ma la sua demonizzazione è ridicola.

In un contesto più ampio, Israele e l'Iran sono già alleati indiretti. Per entrambi lo Stato islamico (IS) è un nemico mortale. A mio avviso, l'ISIS è molto più pericoloso dell'Iran per lo Stato di Israele, nel lungo periodo. E allo stesso tempo immagino che per Teheran l'ISIS sia una nemico molto più pericoloso di Israele. (L'unica frase degna di nota nel "Discorso" è stata "il nemico del mio nemico è mio nemico"[sic!].)

Se si va di male in peggio, l'Iran alla fine avrà la sua bomba. E allora?

Sarò pure un israeliano arrogante, ma mi rifiuto di aver paura. Io vivo al centro di Tel Aviv, a un miglio di distanza dall'alto comando dell'esercito israeliano, e potrei evaporare durante uno scontro atomico. Nonostante tutto, mi sento abbastanza tranquillo.

Gli Stati Uniti sono stati minacciati per decenni (e lo sono ancora) da migliaia di bombe atomiche russe, che avrebbero potuto cancellare milioni di persone in pochi minuti. Loro si sentivano al sicuro sotto l'ombrello dell'"equilibrio del terrore". Tra noi e l'Iran, nella peggiore delle ipotesi, potrebbe essere attuato lo stesso equilibrio.

Qual è l'alternativa di Netanyahu alla politica di Obama? Come Obama ha subito evidenziato, nessuna.

Sarà raggiunto il migliore accordo possibile. Il pericolo sarà rinviato di 10 anni, o ancora di più. E, come Chaim Weizmann ha dichiarato tempo fa: "Il futuro arriverà e si prenderà cura del futuro."

Avverranno molte cose nei prossimi 10 anni. I regimi cambieranno, le ostilità diventeranno alleanze e viceversa. Tutto è possibile.

Persino - se Dio e i votanti israeliani lo vogliono - la pace tra Israele e la Palestina, che estrarrà il pungiglione dalle relazioni tra Israele e i musulmani.

 

 

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