27/11/2006, 00.00
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Il dolore del Patriarca Sfeir per la divisione fra i cristiani

di Paul Dakiki

Per ora è impossibile unire Gemayel, Franjieh, Geagea, Aoun. Intanto il governo ha approvato il varo del tribunale internazionale Onu. Ma il suo cammino è bloccato dal presidente e dagli Hezbollah. Il rischio di una guerra civile.

Beirut (AsiaNews) – "Se i cristiani non uniscono le mani e i cuori perché il Libano possa uscire dalla crisi, la situazione sarà difficile". Lo ha detto il patriarca Nasrallah Sfeir constatando la difficoltà a far incontrare i leader politici cristiani, che militano attualmente su fronti diversi: Gemayel e Geagea nel fronte antisiriano; Aoun e Franjieh nel fronte pro-Siria. Incontrando ieri alcuni leader delle Forze libanesi, il cardinale Sfeir – che festeggiava i 20 anni della sua porpora cardinalizia – ha detto che il Libano vive dei "giorni bui".

Venerdì scorso 24 novembre il patriarca ha inviato  i suoi vicari generali, mons. Abou Jaoude e mons. Mazloum, a Rabieh, per convincere Michel Aoun ad andare a Bikfaya, la patria dei Gemayel, per presentare le sue condoglianze alla famiglia per la morte di Pierre, ucciso in un attentato il 21 novembre scorso. Aoun non ha potuto assistere ai suoi funerali, divenuti una grande manifestazione anti-siriana, per timore di scontri.

Intanto a livello nazionale cresce l'empasse fra governo, presidente e milizie Hezbollah.

Sabato 25 sera il governo di Fouad Siniora ha approvato la nascita di un tribunale internazionale voluto dall'Onu per giudicare i responsabili dell'uccisione di Rafic Hariri. E questo nonostante il boicottaggio di alcuni ministri Hezbollah, che si sono dimessi, e il rifiuto del presidente del parlamento, lo sciita Nabi Berrih. Il documento dovrebbe avere la ratifica del Presidente della repubblica. Ma il pro-siriano Emile Lahoud ha già detto che non firmerà. Secondo le regole Onu, il Consiglio di Sicurezza può dare il via al tribunale anche senza l'approvazione del governo.

Gli Hezbollah, che proprio grazie alla Siria continuano intanto ad accumulare armamenti nel sud, giudicano il governo di Sinora troppo "filo-occidentale, flo-americano, filo-Israele" e hanno minacciato a più riprese di far cadere il governo richiedendo più potere per loro in parlamento. Gli Hezbollah hanno anche promesso di tenere una lunga serie di manifestazioni di piazza per bloccare il Paese, col rischio di far nascere nuove violenze e lotte intestine.

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