10/11/2014, 00.00
PAKISTAN - INDIA
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Il governo del Pakistan "è responsabile per la coppia cristiana bruciata viva"

di Shafique Khokhar
Secondo Peter Jacob, noto attivista per i diritti umani, l'attuale sistema legale favorisce le violenze compiute in nome delle leggi sulla blasfemia. Un politico pakistano parla di "questione sociale", in cui leader locali "hanno voluto dare un colore religioso a una disputa di soldi". Vescovo indiano: "Atto satanico, è urgente l'intervento di leader religiosi e mondiali".

Faisalabad (AsiaNews) - "L'attuale sistema legale e amministrativo del Pakistan è responsabile per le ripetute violenze e ingiustizie compiute in nome delle leggi sulla blasfemia". Lo afferma ad AsiaNews Peter Jacob, noto attivista per i diritti umani, commentando l'omicidio di una coppia cristiana a Lahore, avvenuto il 4 novembre scorso. Alimentato da una falsa accusa di blasfemia, il loro assassinio ha scatenato forti reazioni in Pakistan, con tanti cristiani e musulmani insieme per chiedere giustizia per queste ennesime vittime della "legge nera".

Ancora ieri, politici e attivisti sociali si sono incontrati per esortare il governo a ridefinire le proprie politiche e le proprie leggi. Il raduno è avvenuto in occasione di una conferenza stampa organizzata dal District Action Committee of the HomeNet Pakistan e dall'Association of Women for Awareness and Motivation (Awam).

Secondo Arif Ayaz, segretario generale dell'Awami Workers Party, quello della coppia cristiana "non è un caso di blasfemia, ma una questione sociale". "I chierici locali - spiega - hanno cospirato per uccidere la coppia, dando un colore religioso a una disputa di soldi. Per farlo, hanno provocato i sentimenti religiosi dei musulmani parlando di blasfemia per aizzarli contro i due".

L'avvocato Hashmat Barkat sottolinea come "lo Stato e il governo del Pakistan hanno fallito nell'instillare una cultura di pace e giustizia e nel proteggere i gruppi di minoranza". Sono quest'ultimi, in effetti, "quelli presi più di mira da chi sfrutta le leggi sulla blasfemia in nome della religione". "Il caso di questa coppia cristiana - nota Naseem Anthony, direttore dei programmi all'Awam - ha scatenato nuove domande non solo sul peggioramento della legge e dell'ordine pubblico, ma anche su quanto ancora lo Stato continuerà a essere ostaggio di questi provvedimenti".

L'omicidio dei coniugi Shahzad e Shama Masih ha scosso anche l'India. Per mons. Felix Machado, arcivescovo di Vasai e presidente dell'Ufficio per gli affari ecumenici e interreligiosi (Oiea) della Federazione delle Conferenze episcopali asiatiche (Fabc), il fatto "è stato un gesto satanico". "La comunità globale - ha dichiarato ad AsiaNews - deve condannare questo atto malvagio, perché restare in silenzio significa essere complici. È urgente che i leader mondiali e religiosi si uniscano e facciano pressione sul Pakistan perché elimini le leggi sulla blasfemia".

 

(Ha collaborato Nirmala Carvalho)

 

 

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