23/10/2008, 00.00
NEPAL
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Il governo maoista vuole integrare i guerriglieri nell’esercito nepalese

di Kalpit Parajuli
Pronta una commissione per far confluire i militanti del People’s liberation army nell’esercito nepalese. L’opposizione si oppone al progetto. Il leader del Madheshi Rights Forum, che sostiene il governo maoista, minaccia la secessione della regione del Tarai.

Kathmandu (AsiaNews) - Il governo nepalese, guidato dal leader comunista Pushpa Kamal Dahal, vuole integrare gli ex guerriglieri maoisti nell’esercito del Paese. Secondo i dati Onu, il People’s liberation army (Pla) è composto all’incirca da 19mila militanti che per oltre dieci anni hanno combattuto contro l’esercito regolare. Ram Bahadur Thapa aka Badal, già comandante delle forze rivoluzionarie e oggi ministro della difesa, ha dichiarato: “Ci stiamo preparando a formare un comitato che deciderà su tutti gli aspetti dell’integrazione del Pla nell’esercito nazionale”.

Dopo la vittoria del Partito comunista nelle prime elezioni repubblicane di aprile, i membri del Pla sono stato acquartierati in attesa di trovare una soluzione al loro impiego.

Come prevedibile, la scelta di far confluire i guerriglieri tra le file dell’esercito regolare è sostenuta con forza dagli ex militanti. Mohan Baithya, uno dei leader storici dei maoisti, ricorda che “il Pla ha combattuto con successo contro l’esercito del Nepal nel passato e dimostrato la sua superiorità. Per questo possiamo addirittura migliorare gli standard delle nostre forze militari con l’ingresso del Pla nell’esercito nazionale”.

Di tutt’altro avviso sono i partiti all’opposizione. L’ex primo ministro e attuale presidente del Nepali Congress (Nc), Girija Prasad Koirala, è contrario al processo d’integrazione, anche per ragioni di politica internazionale. “L’esercito nepalese – ricorda il leader del Nc – non opera solo a livello nazionale, ma anche come forza internazionale insieme all’Onu in diversi Paesi. Per questo, gli standard non possono essere cambiati dall’ingresso nell’esercito di una forza militare legata ad un determinato partito”. Davanti a questa possibilità l’ex primo ministro si domanda: “Come può l’Onu riconoscere un esercito politicamente indottrinato come una forza di pace internazionale?”

Dà voce al dissenso anche Upendra Mahato, leader del Madheshi Rights Forum (Mrf) e membro della coalizione al governo. Il leader del movimento che rappresenta la popolazione della regione del Tarai, nel sud del Nepal, ha minacciato che “se il Pla sarà integrato nell’esercito nazionale, noi formeremo migliaia di gruppi rivoluzionari nel Tarai e faremo una rivolta sotterranea”. “Questi gruppi – ha detto Mahato – guideranno la separazione del Tarai dal Nepal”.

Ian Martin, inviato di pace dell’Onu nel Paese, ha dichiarato che le Nazioni unite si impegneranno perchè sia raggiunta un’intesa tra il governo e le diverse forze politiche Nel contempo però, gli inviati del Palazzo di vetro hanno chiesto lo smantellamento degli accampamenti che hanno raccolto gli ex membri del Pla da dopo le elezioni. Ad oggi questi acquartieramenti ospitano ancora centinaia di ex guerriglieri e gli uomini dell’Onu vogliono che siano sgomberati prima della visita in Nepal del segretario generale Ban Ki-Moon, prevista per inizio novembre

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