17/12/2007, 00.00
CINA
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Il governo vuole cacciare le suore di mons. Jia Zhiguo, che assistono bambini disabili

Da 20 anni accolgono decine di bambini, abbandonati dai genitori perché portatori di handicap. Ma il governo locale le accusa di violare le “politiche sul controllo delle nascite” e impedisce donazioni e visite. Secondo alcuni si vuole colpire l'opera del vescovo non ufficiale di Zhengding, mons. Jia Zhiguo, detenuto da anni.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Nel villaggio di Wuqiu, a Jinzhou (Hebei), le suore cattoliche hanno accolto e seguono decine di bambini disabili, abbandonati per strada dai genitori. Mancano i soldi, persino il denaro per i pannolini, e molti bambini siedono a lungo su  vasi da notte dentro speciali sedie di legno o metallo. Alcuni sono paralizzati e stanno su letti coperti con lenzuola di plastica, capaci di esprimere il loro sconforto solo con gemiti. I visitatori sono rari. Ma nella piccola comunità dominano la speranza e l’attenzione per gli altri.

Un gruppo di cattolici sotterranei si è stabilito nel villaggio nel 1985 e nel maggio 1987 i sacerdoti hanno raccolto il primo bambino paralizzato, abbandonato avanti alla porta della chiesa. Due settimane dopo hanno trovato una bambina di 3 anni paralizzata e sorda, poi un bambino di 2 anni deforme e cieco. L’orfanotrofio è stato costruito dai fedeli nel 1987. Ma la mancanza di fondi e di personale medico specializzato rende difficili le giuste cure: 26 bambini sono morti in questi anni.

Le suore li seguono tutto il giorno, senza stipendio né ferie. Ci sono 35 persone divise in due turni che accudiscono i bambini, bisognosi di tutto, puliscono, cucinano, somministrano cure mediche essenziali. Ma il governo locale le vuole cacciare e ha minacciato una multa di 2mila yuan per ogni bambino abbandonato che esse accolgono. Da circa 10 anni, quando ha visto che l’orfanotrofio si espandeva, il governo locale ha impedito donazioni e ammonito suore e preti di non tenere rapporti con l'esterno, ha intimato di non visitare l’orfanotrofio, una videocamera è stata installata davanti all’ingresso e le suore sono state interrogate a lungo dalla polizia. Alcuni volontari, andati a portare aiuto o doni, sono stati bloccati dalla polizia e multati.

La suora Li Yongqian spiega al South China Morning Post che sono accusate “di aver violato la politica sul controllo delle nascite, accogliendo i bambini”. Ma aggiunge che “non hanno scelta”: “Sono stati abbandonati davanti alla nostra porta e dobbiamo prenderci cura di loro”.

Qualcuno suggerisce che la speciale sorveglianza ha come bersaglio il vescovo non ufficiale di Zhengding, mons. Giulio Jia Zhiguo, 73 anni, che dal 1980 ha passato 15 anni in detenzione per la sua fedeltà al Papa e di nuovo è stato arrestato ad ottobre e portato in luogo ignoto.

Madre Li dice che, comunque, sono i bambini a pagare il prezzo. Racconta che “un ricco buddista voleva donarci un camion di cibo e altri generi necessari, ma la polizia lo ha impedito, anche se il suo dono non aveva alcun rapporto con la religione”. Le suore cercano sempre genitori adottivi e in 20 anni hanno trovato nuove famiglie per 56 bambini abbandonati con problemi minori, come uno spacco nel palato. Ma la politica del figlio unico rende difficile che qualcuno accetti figli con gravi handicap e anche molti funzionari pubblici li considerano “solo pesi inutili”.

Una giovane suora, Cao, racconta che lavora qui da 10 anni e ha capito che non si debbono aspettare visibili miglioramenti nei bambini. Ma non intende lasciarli.

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