04/01/2011, 00.00
SRI LANKA
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"Il messaggio del Papa sulla libertà religiosa, fondamentale per lo Sri Lanka"

di Melani Manel Perera
P. Reid Shelton Fernando, analista politico e attivista per i diritti umani, commenta ad AsiaNews il messaggio lanciato da Benedetto XVI per la Giornata mondiale della pace: “La libertà religiosa, via per la pace”. Sottolineando che i fedeli di ogni religione devono radicare nelle proprie credenze il rispetto reciproco.
 Colombo (AsiaNews) – “Il messaggio del Papa è molto importante per evidenziare la situazione dello Sri Lanka. Se in passato sono stati commessi errori, allora i cristiani devono essere umili e chiedere il perdono, proprio come Papa Giovanni Paolo II ha fatto il 12 marzo del 2000, nella prima domenica di Quaresima”. P. Reid Shelton Fernando, coordinatore del movimento dei Giovani lavoratori cristiani in Sri Lanka, analista politico e attivista per i diritti umani, parla con AsiaNews di come il messaggio lanciato dal Papa nella Giornata mondiale della pace rispecchi la situazione del suo Paese.

In Sri Lanka ci sono quattro religioni principali: buddismo (praticato dalla maggioranza della popolazione), islam, induismo e cristianesimo. La Costituzione, approvata nel 1978, ha un capitolo speciale che assegna uno spazio preciso alla religione della maggioranza. Nessuna persecuzione è inflitta in maniera esplicita alle minoranze religiose. Tuttavia, anche se non è detto espressamente dalla legge, non credo che le minoranze razziali o religiose possano aspirare alla guida del Paese. Dunque, seppur in maniera indiretta, non c’è alcuna uguaglianza nel senso stretto del termine. Ciononostante, di tanto in tanto i leader religiosi delle quattro tradizioni si riuniscono per collaborare a progetti comuni.

Negli ultimi vent’anni ci sono stati tentativi di soffocare le conversioni, persino nei casi di scelta autentica, accusando i cristiani di praticare conversioni forzate. L’accusa è stata mossa nei confronti di gruppi [evangelici] estremi. Per fortuna in parlamento ha prevalso il fronte più ragionevole, e nel 2009 non è stata approvata la legge anticonversione.

Per questo il messaggio del Papa è molto importante nell’evidenziare la situazione dello Sri Lanka. “La libertà religiosa, via per la pace”: quest’affermazione di Benedetto XVI deve essere accettata e sostenuta in Sri Lanka, e deve essere presentata a tutti in maniera convincente. Che non ci siano violenze programmate o persecuzioni è un fatto, ma possono esserci elementi di discriminazione e sospetto contro i cristiani.

La libertà religiosa è un diritto fondamentale e un’aspirazione di ognuno, che proviene dalla dignità dell’essere umano, come asserito da Sua Santità. Deve essere rispettata da tutti senza alcuna restrizione. Come ha fatto notare il Papa, questo diritto è alla base degli altri diritti, perché dà le basi politiche, giuridiche e sociali della persona umana. Benedetto XVI ribadisce che il diritto a praticare la propria fede religiosa non è limitato a un gruppo o a un altro, ma è patrimonio dell’intera famiglia umana. Esso fornisce l’apertura per servire l’intera società. Se questo diritto viene violato allora l’umanità dell’individuo non sarà garantita. In questo senso i cristiani così come i fedeli di altre religioni devono radicare nei loro codici di credenze il rispetto reciproco. In Sri Lanka la maggioranza ha paura del potere della minoranza [cristiana] e della sua organizzazione universale, mentre le minoranze temono di non avere la piena libertà per affermare i propri diritti, senza paura di fraintendimenti.

I cristiani in Sri Lanka hanno un ruolo specifico da svolgere nel chiarire le loro incomprensioni e creare situazioni di giustizia e verità. Dal punto di vista storico vi è un’accusa secondo cui i cristiani sono stati favoriti dai potenti colonialisti del passato. Se sia vero o falso è difficile da valutare. Ma se in passato sono stati commessi errori, allora i cristiani devono essere umili e chiedere il perdono, come ha fatto Papa Giovanni Paolo II il 12 marzo del 2000, nella prima domenica di Quaresima.

Inoltre, i cristiani devono cercare di sostenere e rispettare, in maniera molto umile, le credenze del buddismo, la principale religione del Paese. Questo non significa che dobbiamo seguire le pratiche rituali, ma per valori etici e morali noi cristiani possiamo essere ispirati dalla loro tolleranza. Dobbiamo anche accettare le differenze delle loro religioni. Dovremmo evitare ogni rivalità e lavorare invece per la libertà di ognuno. Sento che dobbiamo risolvere questi sospetti e questi dubbi che ci sono tra noi, lavorando su vari livelli. Io prego e sento che le comunità cattoliche locali stanno prendendo in seria considerazione il messaggio del Papa, e lo stanno portando in ogni luogo.

 

Ha collaborato Melani Manel Perera

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