12/09/2019, 11.54
GIAPPONE
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Il nuovo ministro dell’Ambiente: chiudere i reattori nucleari. Mai più Fukushima

Shinjiro Koizumi è tra i 13 nuovi ministri scelti ieri dal primo ministro Shinzo Abe per un rimpasto di governo. Molte delle centrali sono chiuse a causa delle rigide normative sulla sicurezza introdotte dopo la tragedia. Al momento, il Giappone può contare su sei reattori in funzione.

Tokyo (AsiaNews/Agenzie) – Shinjiro Koizumi (foto 1), nuovo ministro dell’Ambiente, vuole che il Paese del Sol levante chiuda i reattori nucleari, affinché non si ripeta una catastrofe come quella di Fukushima. Le posizioni del 38enne figlio dell'ex premier Junichiro Koizumi rischiano di creare controversie nel Partito liberal democratico (Ldp) al potere, che invece sostiene un ritorno al nucleare sulla base delle nuove norme di sicurezza imposte dopo il disastro del 2011.

Avvocato di successo e considerato da molti l’astro nascente della politica giapponese, Shinjiro Koizumi è tra i 13 nuovi ministri scelti ieri dal primo ministro Shinzo Abe per un rimpasto di governo. Osservatori affermano che il conferimento di un incarico ministeriale a Koizumi rispecchia la volontà di Abe di aumentare il sostegno pubblico alla sua amministrazione. Il premier ha dichiarato di aspettarsi che Koizumi affronti questioni ambientali d’interesse mondiale, tra cui l’inquinamento marino da plastica e i cambiamenti climatici, dalla “prospettiva fresca di un giovane ministro”.

Nella prima conferenza stampa dopo la nomina, Koizumi è intervenuto su diverse tematiche d’attualità, anzitutto il riscaldamento globale. “Le contromisure contro tale fenomeno – ha affermato – non possono funzionare senza innovazione. Nell’affrontare i problemi ambientali, sono sicuro che le innovazioni avverranno una dopo l'altra, cosa che creerà opportunità commerciali”.

Il ministro ha parlato anche delle centrali nucleari del Giappone, molte delle quali rimangono chiuse a causa delle rigide linee guida sulla sicurezza introdotte dopo la tragedia di Fukushima. “Vorrei studiare come eliminarle, non come conservarle – ha dichiarato –. Saremmo spacciati se lasciassimo che si ripetano incidenti nucleari”. Il giovane politico ha anche affermato che il premier Abe lo ha incaricato di prendere misure sulla questione dei rifiuti plastici in mare, sottolineando che “questa è un'area in cui il Giappone può dare un contributo”. Koizumi ha anche annunciato che oggi visiterà la prefettura di Fukushima, nel nord-est del Giappone, per dimostrare la disponibilità del governo a fornire un supporto continuo alle aree colpite dal terribile terremoto e tsunami del marzo 2011. Al disastro naturale si era aggiunta la contaminazione da materiali radioattivi seguita alla fusione di tre reattori nucleari nella centrale nucleare di Daiichi. L’incidente ha costretto alla fuga 160mila persone, molte delle quali non hanno mai più fatto ritorno alle proprie case.

In questi giorni, ciò che rimane dell’impianto è tornato al centro del dibattito pubblico. Il predecessore di Koizumi, il ministro Yoshiaki Harada, due giorni fa ha dichiarato che Tokyo “potrebbe disperdere nell’Oceano Pacifico acqua radioattiva”, perché la compagnia proprietaria della centrale sta esaurendo lo spazio per conservarla.

Il disastro di Fukushima ha messo in luce gravi carenze normative e operative nel settore nucleare giapponese. La maggior parte dei reattori, che prima di Fukushima fornivano circa il 30% dell'elettricità al Paese, stanno attraversando un processo di revisione delle licenze in base a nuovi standard di sicurezza. Al momento, il Giappone può contare su sei reattori in funzione. Prima della tragedia erano 54. Di questi, il 40% è in fase di disattivazione.

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