08/11/2008, 00.00
SRI LANKA
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Il nuovo piano finanziario punta sul mercato interno e promette sviluppo

di Melani Manel Perera
Il presidente Rajapaska porta in parlamento il nuovo piano economico per il 2009. Contro “il processo di globalizzazione neo-liberale”, aumentano le imposte sull’importazione e diminuiscono quelle sui prodotti locali. L’abbattimento del costo della benzina e alcuni investimenti nella spesa pubblica trovano consenso tra la popolazione più povera.

Colombo (AsiaNews) – Il presidente dello Sri Lanka ha presentato la proposta di manovra finanziaria per il 2009. Intervenendo il 6 novembre davanti al parlamento, Mahinda Rajapaksa (nella foto) ha preannunciato per il Paese una crescita economica del 6%, in linea con l’attuale trend attestato al 6,5%, e promesso 300mila nuovi posti di lavoro.

Il presidente ha esordito affermando che la nuova finanziaria conferma il piano di sviluppo decennale del Mahinda Chinthana, il manifesto elettorale con cui Rajapaksa ha vinto le elezioni nel 2005. Prima di entrare nel merito delle scelte economiche per l’anno a venire, egli ha dedicato i tre punti iniziali del discorso alla guerra civile che vede il governo contrapposto al Liberation Tigers of Tamil Eelam (Ltte). Rajapaksa ha ripetuto l’invito alle Tigri ad abbandonare le armi e accusato i ribelli per l’alto numero di vittime tra i civili nel nord del Paese.

In merito agli indirizzi economici, la nuova finanziaria intende privilegiare la produzione locale, una scelta che il presidente ha definito di controtendenza rispetto alla tradizionale politica dei suoi predecessori.”Il processo di globalizzazione neo-liberale che il nostro Paese ha seguito per oltre trenta anni – ha detto Rajapaksa – ha portato vantaggi economici solo ad una piccola parte della nostra società”. Lo Sri Lanka “ha sofferto un tremenda arretratezza mentale" che ha reso il governo incapace a rispondere al terrorismo e perfino a "costruire una strada di campagna”. Stigmatizzando l’operato dei precedenti esecutivi il presidente ha sottolineato l'urgenza di costruire infrastrutture, sviluppare l’agricoltura e combattere anche “il deterioramento dei valori morali”.

Nell’ottica di un maggior sostegno all’economia del Paese Rajapaksa ha annunciato, tra le altre cose, una riduzione dell’iva  e un aumento delle tasse sui prodotti di importazione come ad esempio il tè proveniente dall’estero, su cui verrà caricata un’imposta di 4 rupie [0,03 euro] al chilo. Nel contempo ha dichiarato l’intenzione di realizzare investimenti nel settore sanitario di alcune aree rurali, a favore della piccole imprese e cooperative nell’ambito del commercio e per le popolazioni indigene di alcune regioni dell’isola.

AsiaNews ha registrato tra la popolazione più povera dei sobborghi di Colombo un diffuso gradimento per la manovra economica del 2009. Le novità più apprezzate sono quelle relative alla riduzione del costo della benzina, cui conseguirà a breve anche quello dei trasporti pubblici, e di alcune tasse su acqua ed elettricità. Interpellati, alcuni abitanti della capitale hanno commentato le scelte di Rajapaksa spiegando che “è un grande aiuto per noi poveri del Paese. Per i nostri bisogni quotidiani usiamo ancora il gasolio ed essendo poveri ci serviamo dei mezzi pubblici per tutti i nostri spostamenti nella giornata”.

Tra i piccoli e medi commercianti è guardata con speranza la scelta di privilegiare il mercato interno ed i prodotti locali. Un negoziante di Colombo ha commentato ad AsiaNews le proposte contenute nella nuova finanziari dicendo: “Siamo contenti che il Presidente abbia privilegiato i nostri prodotti locali aumentando le imposte sui beni esteri e di lusso. Così il popolo si abituerà a consumare i nostri prodotti e le nostre merci”.

Molto meno entusiasta il commento alla finanziaria del segretario del Janatha Vimukthi Peramuna (Jvp), il partito comunista srilankese. Secondo Tilvyn Silva, le scelte di Rajapaksa ingannano la popolazione con sussidi minimali dispensati solo per compiacere l’opinione pubblica. Anche il fatto che il presidente si sia rivolto ai tamil usando la loro lingua è stato letto da alcuni commentatori come un mero tentativo di raccogliere consenso presso l’opinione pubblica internazionale.

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