22/10/2012, 00.00
RUSSIA
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Il "nuovo stalinismo": attivista 'rapito' a Kiev e condannato a due mesi

di Nina Achmatova
Si tratta di Leonid Razvozzhaev, membro del Fronte di Sinistra, movimento radicale nel mirino delle autorità dopo che una tv filo-Cremlino ha trasmesso un documentario in cui si accusa l'opposizione di pianificare un golpe. Difensori dei diritti umani denunciano: repressione in stile staliniano.

Mosca (AsiaNews) - Fuggito in Ucraina per chiedere asilo politico, un attivista dell'opposizione russa è stato prelevato a Kiev, portato a Mosca su un jet privato e condannato in assenza dei suoi avvocati a due mesi di detenzione con l'accusa di "organizzazione di disordini di massa" destinati a rovesciare il potere in Russia. L'operazione contro Leonid Razvozzhaev, membro del Fronte di Sinistra (la frangia più radicale dell'opposizione a Vladimir Putin) e che ha fatto parlare subito di metodi da Kgb, rientra nella più ampia inchiesta avviata dalle autorità contro attivisti impegnati in prima linea nelle manifestazioni anti-governative dell'ultimo anno.

Razvozzhaev era stato incriminato in absentia per "organizzazione di disordini di massa", dopo che il filmato "Anatonomia di una protesta-2", trasmesso dall'emittente filo-Cremlino Ntv il 5 ottobre, aveva ritratto lui e i suoi compagni impegnati nella preparazione di un golpe in Russia con l'aiuto di finanziatori in Georgia e Gran Bretagna.

Per accertare le informazioni contenute nel controverso programma - in cui si usano registrazioni con telecamere nascoste degne dei servizi segreti - le autorità hanno aperto ufficialmente un'inchiesta lo scorso 17 ottobre. Konstantin Lebedev, figura di spicco del Fronte di Sinistra, è stato già condannato anche lui a due mesi di carcere con le stesse accuse di Razvozzhaev, mentre il leader del movimento, Serghei Udaltsov, è stato interrogato per ore e poi rilasciato, ma con divieto di espatrio. L'episodio ha fatto scattare la protesta dei difensori dei diritti umani, i quali hanno subito parlato di "repressione in stile staliniano", con perquisizioni nel cuore della notte nelle case degli accusati e dei loro parenti.

"Razvozzhaev è stato portato al tribunale Basmanny a Mosca non dalla polizia giudiziaria, ma da uomini in borghese, probabilmente agenti dell'Fsb" (servizi segreti russi, eredi del Kgb), ha raccontato al giornale online Gazeta.ru una fonte vicina all'attivista. Ilya Ponomarev, deputato del partito Russia Giusta e che aveva ingaggiato Razvozzhaev come suo aiutante, ha raccontato che il trasferimento da Kiev è avvenuto su un jet privato. L'avvocato Violetta Volkova, ha riferito all'agenzia Itar-Tass che la decisione sull'arresto del suo assistito è stata presa dai giudici "a porte chiuse", senza neppure permettere la presenza dei legali.

Finito ufficialmente nella lista federale dei ricercati il 19 ottobre, Razvozzhaev, stando ad alcuni colleghi, era andato in Ucraina per chiedere asilo, ma non ha fatto in tempo. Su social network e blog il caso ha sollevato una tempesta di polemiche. Contro il Cremlino, che  sul piano giudiziario e legislativo pare impegnato in una vera e propria "campagna di repressione" del dissenso, come denunciato dal deputato Gennady Gudkov; ma anche contro l'Ucraina, che avrebbe ceduto Razvozzhaev a Mosca. Sulla sua pagina Facebook, il politologo Gleb Pavlosky scrive: "Brutta storia quella di Razvozzhaev. Kiev non è un posto per rifugiati. Già Nadezhda Mandelstam consigliava di non cercare la difesa ucraina". Il riferimento è alla moglie del poeta Osip Mandelstam, vittima delle purghe staliniane.

E intanto la lista dei ricercati nell'inchiesta pare destinata ad allungarsi. Secondo il quotidiano Kommersant, gli inquirenti sono già sulle tracce di Konstantin Kosyakin, altro membro del Fronte di sinistra. Se portati a processo e riconosciuti colpevoli, gli attivisti rischiano fino a 10 anni di detenzione.

 

 

 

 

 

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