05/07/2009, 00.00
VATICANO
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Il papa condanna la violenza a Cotabato. Alla violenza Dio risponde con il sangue di suo Figlio

Benedetto XVI deplora l’attentato vicino alla cattedrale della città nelle Filippine e afferma che il ricorso alla violenza non produce mai alcuna soluzione ai problemi. La riflessione prima dell’Angelus dedicata al Preziosissimo Sangue di Gesù, fonte di speranza in un mondo dilaniato dalla violenza e dall’odio.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Alla fine della preghiera dell’Angelus di oggi Benedetto XVI ha deplorato l’attentato di stamane davanti alla cattedrale dell’Immacolata Concezione a Cotabato nelle Filippine. Il pontefice assicura la sua preghiera per le vittime, fra cui vi sono “donne e bambini” ed eleva la sua voce “per condannare il ricorso alla violenza, che non costituisce mai una strada di soluzione dei problemi”.

E proprio la violenza e la risposta non violenta di Cristo  sono state il tema della sua riflessione prima della preghiera mariana: “Cristo – egli ha detto - non ha risposto al male con il male, ma con il bene, con il suo amore infinito”. Il sangue di Gesù, anzi, è fonte di speranza proprio per tutti gli uomini, segnati dalla violenza e dall’odio.

Il pontefice ricorda che la prima domenica di luglio in passato era dedicata alla devozione del Preziosissimo Sangue di Cristo. Il sangue, era importante nell’Antico Testamento: “l’aspersione col sangue degli animali sacrificati – dice il papa -  rappresentava e stabiliva, nell’Antico Testamento, l’alleanza tra Dio e il popolo”. Gesù ha versato il suo sangue come l’agnello sacrificale dell’Antica Alleanza: “a partire dalla flagellazione, fino alla trafittura del costato dopo la morte di croce, Cristo ha versato tutto il suo sangue, quale vero Agnello immolato per la redenzione universale”.

Benedetto XVI mette in luce che nel mondo c’è molto sangue versato che “grida a Dio”, come quello di Abele, ucciso da Caino (cfr Genesi 4,10). “E purtroppo, oggi come ieri, questo grido non cessa, perché continua a scorrere sangue umano a causa della violenza, dell’ingiustizia e dell’odio. Quando impareranno gli uomini che la vita è sacra e appartiene a Dio solo? Quando comprenderanno che siamo tutti fratelli? Al grido per il sangue versato, che si eleva da tante parti della terra, Dio risponde con il sangue del suo Figlio, che ha donato la vita per noi. Cristo non ha risposto al male con il male, ma con il bene, con il suo amore infinito. Il sangue di Cristo è il pegno dell’amore fedele di Dio per l’umanità. Fissando le piaghe del Crocifisso, ogni uomo, anche in condizioni di estrema miseria morale, può dire: Dio non mi ha abbandonato, mi ama, ha dato la vita per me; e così ritrovare speranza”.

“La Vergine Maria – ha concluso il papa -  che sotto la croce, insieme con l’apostolo Giovanni, raccolse il testamento del sangue di Gesù, ci aiuti a riscoprire l’inestimabile ricchezza di questa grazia, e a sentirne intima e perenne gratitudine.

Alla fine della preghiera, Benedetto XVI ha anche ricordato le vittime dell’incidente ferroviario di Viareggio, dove un silos contenente gas liquido è scoppiato facendo 22 morti.

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