10/07/2012, 00.00
EGITTO
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Il parlamento egiziano si riunisce, una sfida al potere dei militari

La seduta è durata solo pochi minuti. Assenti i partiti liberali e la sinistra. L'esercito richiama le istituzioni al rispetto della legalità . Portavoce della Chiesa cattolica: l'Egitto è di nuovo piombato in una nuova fase di stallo.

Il Cairo (AsiaNews) - E' durata solo pochi minuti la seduta del parlamento egiziano convocata dal neo-eletto presidente Mohammed Morsi, dopo il verdetto della Corte costituzionale che il 15 giugno ha sciolto la  Camera bassa, annullando il voto delle elezioni parlamentari vinte dagli islamisti. La riunione è stata disertata da circa un terzo dei deputati, in gran parte membri dei partiti liberali e movimenti di sinistra contrari alla mossa dei Fratelli musulmani.   

Saad el-Katatni, speaker dell'Assemblea del popolo, ha chiuso la seduta rimandando la nuova convocazione del parlamento a data da destinarsi in attesa di un giudizio della Corte d'appello. In queste ore i giudici  stanno esaminando l'art. 40 della costituzione provvisoria firmata il 30 marzo 2011 per verificare la legittimità dei membri della Camera eletti con il sistema maggioritario e la legalità del gesto di Morsi. Ieri, la Corte ha respinto il decreto presidenziale, giudicandolo illegittimo.  "Tutte le sentenze e le decisioni della Suprema Corte costituzionale - affermano i giudici in un comunicato -  sono definitive e non soggette ad appello ... esse sono vincolanti per tutte le istituzioni statali".

P. Rafic Greiche, portavoce della Chiesa cattolica egiziana, sottolinea che il gesto di Morsi ha fatto precipitare l'Egitto in una nuova fase di stallo istituzionale. "Nel suo discorso davanti alla ledaership dei Fratelli musulmani - spiega - il leader islamista ha promesso che avrebbe riconvocato il parlamento, e ha mantenuto la promessa aprendo un vero e proprio dilemma costituzionale e legislativo, che ha fatto piombare il Paese in una nuova fase di stallo". Secondo il sacerdote, non si è ancora di fronte a un braccio di ferro con  i militari, che fino ad ora restano in silenzio e attendono il verdetto della Corte d'appello. Tuttavia è evidente che esercito e islamisti stanno cercando un accordo per dividersi i poteri.

Molti egiziani sono scettici sul futuro del Paese e sulla reale applicazione dei principi democratici, principale conquista della Rivoluzione dei gelsomini contro Mubarak. Tale sfiducia è emersa questa mattina in piazza, di fatto vuota, nonostante la chiamata alla manifestazione generale fatta dai Fratelli musulmani e da altri movimenti per screditare l'esercito e sostenere il coraggio dei parlamentari. La popolazione teme sia militari e che gli islamisti che si scambiano legittime accuse di colpo di stato. 

 

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