04/09/2004, 00.00
libano - siria
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Il parlamento libanese prolunga il mandato di Lahoud per altri 3 anni

Passa l'emendamento della Costituzione, criticato dall'Onu e dai vescovi maroniti

Beirut (AsiaNews) – Il parlamento libanese ha approvato ieri sera l'emendamento della costituzione che permette al presidente filo-siriano Emile Lahoud di rimanere in carica altri 3 anni. L'emendamento dell'articolo 49 – criticato dalla comunità internazionale e locale - è passato con 96 voti a favore, 29 contro e 3 assenze.

Nayla Mouawad, parlamentare di Zghorta – lei stessa candidata per la presidenza – ha definito la riunione parlamentare troppo compiacente verso la Siria  e ha aggiunto: "Questo è un giorno buio per la storia del Libano". La votazione dell'emendamento è avvenuta meno di 24 ore dopo che il Consiglio di Sicurezza dell'Onu aveva prodotto una risoluzione che chiedeva rispetto per la costituzione libanese e il ritiro di tutte le truppe straniere presenti nel paese. "Questa è una rivolta contro la costituzione – ha aggiunto Mouawad – e nemmeno una rivoluzione indolore, dato che molti parlamentari hanno ricevuto minacce".

Lahoud, il cui mandato doveva scadere in novembre, durerà come presidente fino al novembre 2007. Fino ad allora nel paese non si terrà alcuna elezione presidenziale. Perfino parlamentari che hanno votato a favore dell'emendamento hanno definito la riunione e la votazione "una triste mascherata".

Il patriarca maronita card. Nasrallah Sfeir e il Sinodo dei vescovi maroniti hanno denunciato varie volte "l'intrigo" dell'emendamento costituzionale per mantenere il carica il presidente pro-siriano, giudicato come un ulteriore attacco alla sovranità libanese.

Giovedì 2 settembre il Consiglio di Sicurezza dell'Onu aveva approvato per un pelo una risoluzione appoggiata da Francia e Stati Uniti. In essa si chiedeva l'immediato ritiro di tutti gli eserciti stranieri dal Libano, riferendosi soprattutto alla presenza di circa 17 mila soldati siriani presenti sul suolo libanese. La risoluzione chiedeva anche al Libano di rifiutare il prolungamento del mandato a Lahoud.

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