30/03/2010, 00.00
MYANMAR
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Il partito di Aung San Suu Kyi non parteciperà alle elezioni politiche

Il consiglio direttivo della Lega nazionale per la democrazia (Nld) ha deciso di non registrarsi. La decisione presa all’unanimità. Il vice-presidente conferma l’intenzione di continuare a lottare per democrazia e diritti umani. Reazioni opposte fra i birmani.
Yangon (AsiaNews/Agenzie) – La Lega nazionale per la democrazia (Nld) non parteciperà alle elezioni politiche indette dalla giunta militare e in programma nel 2010. La decisione è stata presa ieri, all’unanimità, dai 113 membri del consiglio direttivo del principale partito di opposizione.
 
Il voto segue l’indicazione fornita nei giorni scorsi da Aung San Suu Kyi, leader della Nld, contraria alla registrazione del partito. Tuttavia la Nobel per la pace ha aggiunto anche di lasciare “libero il partito” di scegliere se competere al voto, secondo il principio democratico.
 
Le elezioni indette dalla giunta militare, le prime in 20 anni di dittatura, hanno registrato la ferma condanna di Nazioni Unite, Stati Uniti e Gran Bretagna, insieme a molte altre nazioni. Per il regime militare sarebbero “una tappa del cammino democratico” in Myanmar.
 
I critici sottolineano che l’esclusione della principale candidata dell’opposizione, con norme “ad personam”, inficiano in partenza regolarità e rappresentatività del voto. La legge elettorale impedisce inoltre a membri di ordini religiosi e impiegati statali di aderire a partiti politici. I monaci buddisti sono stati una delle forze motrici della protesta contro la giunta nel settembre 2007, repressa nel sangue dall’esercito.  
 
La Lega nazionale per la democrazia ha trionfato nelle ultime elezioni tenute in Myanmar, nel 1990, e mai riconosciute dalla leadership militare. Il vice-presidente del partito Tin Oo conferma l’intenzione di “continuare a lottare, con mezzi pacifici, per la democrazia e i diritti umani nel Paese”. Tuttavia la mancata partecipazione al voto determinerà il probabile scioglimento della Nld, mettendo al contempo in dubbio la “credibilità” delle elezioni, reclamizzate dalla giunta come pietra miliare verso la democrazia.
 
La decisione della leadership della Nld fa emergere pareri contrastanti fra i cittadini. Se la maggioranza accoglie con favore la scelta, una parte manifesta il proprio scontento e accusa: ora non ci resta alcuna scelta, se non un voto pro-giunta.
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